Home Cronaca Cronaca Genova

Caos nel carcere di Pontedecimo: detenuti ubriachi devastano il reparto maschile

Caos nel carcere di Pontedecimo: detenuti ubriachi devastano il reparto maschile
Il carcere di Genova Pontedecimo

Un vero e proprio scenario di devastazione si è consumato al carcere di Genova Pontedecimo, dove tre detenuti ubriachi hanno messo a ferro e fuoco il secondo piano del reparto maschile. L’episodio ha visto lanci di bombole di gas, olio bollente e lenzuola incendiate nei corridoi, oltre alla distruzione di diverse celle.

L’allarme lanciato dalla UilPa Polizia Penitenziaria

A denunciare quanto accaduto è stato Fabio Pagani, segretario regionale della UilPa Polizia Penitenziaria, che in una nota ha descritto la gravità della situazione:

“I tre detenuti protagonisti, di cui uno noto per creare disordini da tempo, continuano a restare impuniti. Hanno pene con termine rispettivamente al 2034, 2028 e 2027 per reati gravissimi, tra cui violenza sessuale e violenza su minori”.

Il caos è stato domato solo dopo due ore e mezza di interventi da parte della Polizia Penitenziaria, che ha riportato il piano detentivo alla normalità. Durante una successiva perquisizione, sono stati rinvenuti due recipienti di grappa nella cella di uno dei detenuti coinvolti, evidenziando come l’alcol abbia avuto un ruolo determinante nell’episodio.

Pontedecimo: una situazione sempre più critica

Il carcere di Pontedecimo ospita attualmente 138 detenuti, di cui 74 uomini e 64 donne. Tuttavia, il personale penitenziario è allo stremo, come sottolinea Pagani:

“La Polizia Penitenziaria è stremata nelle forze, mortificata nell’orgoglio e persino impaurita nello svolgere il proprio lavoro. Da inizio anno si contano oltre 3.000 aggressioni subite dagli agenti, costretti a turnazioni massacranti e privati di diritti fondamentali”.

Pagani lancia un appello alle autorità politiche e amministrative:

“Chi ha responsabilità intervenga con misure concrete; altrimenti si faccia da parte. Il sistema penitenziario non può più reggere una situazione simile”.