Capotreno di 44 anni aggredito l’altro giorno da una 16enne di origine nordafricana, ma che ha ottenuto la cittadinanza italiana, e da un 21enne egiziano che poi lo ha pure accoltellato lasciandolo a terra in un lago di sangue alla stazione di Genova Rivarolo.
Se la minorenne è stata denunciata e subito rilasciata, oggi la pm genovese Sabrina Monteverde ha chiesto la convalida dell’arresto del 21enne (rinchiuso a Marassi) e la custodia cautelare in carcere per il rischio per il pericolo di fuga e di reiterazione del reato.
E’ venuto fuori, infatti, che il giovane girava per strada e sui treni con la lama e, soprattutto, ha chiesto la protezione internazionale ed è in attesa del responso.
Il sedicente “rifugiato” vive al momento in una situazione estremamente precaria perché abita a Busalla, ospite della mamma della 16enne.
Inoltre, non ha neppure un regolare contratto di lavoro, pur vendo affermato di svolgere la professione di barbiere.
Secondo la Procura, appare quindi evidente il pericolo che possa lasciare la città o il Paese prima di essere processato.
La pm ha pure evidenziato “l’uso così disinvolto del coltello” che ha tirato fuori dalla tasca per colpire non una ma due volte, senza pensarci un attimo, il ferroviere quando già erano scesi tutti e tre dal treno dopo la lite sulla questione dei titoli di viaggio che la coppia di nordafricani non aveva.
“E’ indicativo del rischio che possa rendersi protagonista di ulteriori atti violenti”.
Domani il 21enne egiziano, assistito dall’avvocata Barbara Squassino, sarà ascoltato dai magistrati nel carcere di Marassi.
Tra gli elementi che la difesa dell’accoltellatore potrebbe opporre c’è il piccolo manganello telescopico tascabile che il capotreno ha estratto e mostrato ai due aggressori per deterrenza, senza però usarlo e finendo così accoltellato stramazzando a terra in un lago di sangue.
La semplice estrazione non sembra però sufficiente per costituire un’attenuante all’accoltellamento da parte del giovane nordafricano.