La rabbia del Sappe. Capece: le carceri sono un colabrodo
Alta tensione nel carcere di Valle Armea a Sanremo. La denuncia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce del Segretario Nazionale per la Liguria Michele Lorenzo.
“Ancora un’altra aggressione alla polizia penitenziaria – spiega Lorenzo – effettuata da un detenuto ristretto nel carcere di Sanremo.
Un episodio grave che non può passare inosservato. Il personale di servizio è intervenuto per sedare una colluttazione tra due detenuti stranieri che hanno indirizzato invece la loro violenza contro gli uomini in divisa prima sputando loro contro, poi colpendoli con calci e gomitate.
E’ incontenibile ormai la tensione penitenziaria a Sanremo: solo poche ore prima, infatti, la Polizia Penitenziaria aveva salvato la vita a un detenuto straniero che stava tentando d’impiccarsi e che è stato trasportato in tempo al pronto soccorso.”
“Dall’inizio del 2021 – prosegue Lorenzo – si sono verificati 68 casi di autolesionismo, 28 danneggiamenti, tre incendi dolosi, 82 ricoveri urgenti, purtroppo un suicidio e tre tentati suicidi, 4 aggressioni al personale di Polizia che è stato oggetto di ben 45 minacce. Si sono verificati inoltre 18 episodi di colluttazione. Allora cosa si aspetta per rivedere la gestione di Sanremo?”.
Per Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre.”
“Le carceri – conclude Capece – sono un colabrodo per le precise responsabilità di chi ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria.
Importante è evidenziare, infine, che la quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria, non si contraddistingue affatto per violenza, ma per essere invece professionisti della sicurezza che sanno conciliare le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo”.