L’USPP chiede un encomio per l’agente
Nel carcere di Sanremo si è verificato l’ennesimo evento critico. Due detenuti nordafricani, già responsabili di comportamenti contrari al regolamento, sistemati presso la sezione Nuovi Giunti, hanno innescato un ordigno artigianale. I due hanno dato fuoco alla propria camera mettendo a rischio la vita del personale presente e dei detenuti ristretti nella sezione.
Solamente grazie al pronto intervento dei poliziotti penitenziari presenti sul piano terra si è potuto evitare il peggio. In particolar modo un Assistente capo coordinatore, nonostante le fiamme e la fitta coltre di fumo che ha reso l’intero piano inagibile, con alto senso del dovere, è riuscito immediatamente a salvare la vita dei detenuti colpevoli dell’incendio, mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica.
Per questo motivo l’Unione Sindacati della Polizia Penitenziaria chiede che vengano immediatamente avviate le pratiche per il conferimento dell’Encomio Solenne al collega in questione e che vengano giustamente ricompensati tutti i poliziotti penitenziari fattivamente presenti nelle operazioni di salvataggio dei detenuti della sezione Nuovi Giunti.
“L’Amministrazione – si legge in una nota della segreteria del sindacato – deve assolutamente ricompensare gli sforzi ed i rischi psicofisici del personale di Polizia Penitenziaria, costretto anche a turni di servizio di 12 ore continuative ed a carichi di lavoro logoranti per garantire l’ordine e la sicurezza nell’istituto sanremese.”
L’USPP chiede al neo Provveditore della Liguria di rivedere “con urgenza tutti i provvedimenti di distacco in uscita, in particolar modo al G.O.M. e alle Scuole di Formazione che depauperano l’organico del Reparto di Sanremo, già in sofferenza, facendo rifiatare il personale effettivo, allo stremo delle forze.
Inoltre, nell’ultima riunione tra il Provveditorato e le parti sociali liguri, svolta in presenza presso la Casa Circondariale di Genova Marassi, con precedessore, dott. Pierpaolo D’Andria, l’USPP aveva ribadito l’importanza di riprendere i corsi di formazione ed aggiornamento al personale, da troppo tempo sospesi e che il prorogarsi dell’emergenza sanitaria non poteva diventare una mera scusante.
Troppo spesso, e l’episodio in parola ne è la dimostrazione, i poliziotti penitenziari si trovano in difficoltà ed impreparati a dover fronteggiare eventi critici senza le dovute nozioni, considerato anche l’assenza di specifici protocolli operativi, ed è impensabile che il sistema continui a far leva esclusivamente sul coraggio dei baschi azzurri.”