Oggi i responsabili di Banca Carige hanno comunicato il nuovo piano industriale che prevede 1.050 esuberi “full time equivalent” e la chiusura di 100 sportelli tradizionali.
Inoltre, tra il 2019 e il 2023 è stato previsto un aumento di capitale di 630 milioni di euro.
Al momento, ci sarebbe un’offerta vincolante per 1,9 miliardi di npe (non performing exposure). Secondo il nuovo piano, per il 2023 è prevista una massiva riduzione dei crediti deteriorati con l’obiettivo di portare il rapporto npe ratio al 6-7% attraverso la cessione di circa 2,1 miliardi di sofferenze e inadempienze probabili.
Risulta che Carige abbia registrato nel 2018 perdite nette per 272,8 milioni, dopo la contabilizzazione di 321,4 milioni tra rettifiche di valore su crediti verso la clientela e perdite da cessione.
Il margine operativo lordo è positivo e in crescita su base annua a 30,9 milioni (40,6 milioni al netto dell’effetto Ifrs90). L’indicatore di solidità patrimoniale cet1 phased in è al 10,68%, rispetto alla richiesta da Bce del 9,625%. Con il completamento nei primi mesi del 2019 delle operazioni di derisking il cet1 ratio pro forma si attesta al 10,89%.
“Siamo in grado di stare in piedi, non c’è un circolo vizioso inaccettabile – ha dichiarato stamane il Commissario di Banca Carige Pietro Modiano – l’aumento di capitale aggiuntivo, da 630 milioni, è molto ben giustificato e non sconfessa in alcun modo quello che avevamo portato in assemblea”.