C’è molta attesa per il verdetto del comitato di gestione del Fondo interbancario di tutela dei depositi, il consorzio che controlla l’80 per cento dell’istituto genovese.
Bper rilancia e prova a chiudere la partita per l’acquisto della banca Carige. Oggi lunedì 10 gennaio è atteso il verdetto del comitato di gestione del Fondo interbancario di tutela dei depositi, il consorzio che controlla l’80 per cento dell’istituto genovese. Sul tavolo le offerte presentate dalla Banca popolare dell’Emilia Romagna, ma anche quelle concorrenti: del fondo statunitense Cerberus e soprattutto di Credit Agricole. Un interesse che però ha suscitato reazioni politiche e richieste al governo di esercitare la golden power per bloccare i francesi.
Sembra comunque vicina la conclusione di una crisi decennale. La prima offerta di Bper, respinta prima di Natale, prevedeva l’acquisto per un euro a fronte di una ricapitalizzazione da un miliardo da parte del fondo interbancario. Il cda della banca modenese si è riunito sabato e, secondo indiscrezioni, avrebbe aggiornato la sua proposta.
Chiederebbe ora 6-700 milioni, oltre al prezzo dell’Opa cresciuto in rapporto alla quotazione della banca, passata nell’ultimo mese da 0.66 a 0.88 euro. Ma la decisione sul soggetto a cui affidare l’esclusiva sarà presa anche sulla base dei piani industriali, fattore importante, delle prospettive occupazionali.
Carige, quel che è successo negli ultimi 10 anni.
Carige, una delle banche più antiche al mondo, è entrata in crisi per le fragilità strutturali del sistema bancario italiano di fronte alla crisi finanziaria globale. Ma soprattutto per una catena di errori strategici e gestionali. Dalle ispezioni della Banca d’italia tra 2012 e 2013 ai guai giudiziari dell’ex presidente Giovanni Berneschi, passando per l’ingresso della famiglia Malacalza, poi estromessa dal cda dell’istituto dopo l’intervento della Bce, con conseguente maxi causa legale alla Corte di giustizia europea.
Centinaia di milioni di euro bruciati in continui aumenti di capitale, il valore delle azioni che precipita quasi a zero, la sospensione della Borsa. Nel 2019 il commissariamento e il salvataggio del Fondo interbancario. Poi la lunga ricerca di un acquirente. Ora la banca genovese, risanata e alleggerita dei crediti deteriorati, torna appetibile, anche per la prospettiva della liquidità in arrivo in Liguria tramite il Pnrr. ABov