Anna Bolena, tragedia lirica in due atti di Gaetano Donizetti, debutta al Teatro Carlo Felice venerdì 18 febbraio 2022 alle ore 20.00 (repliche il 19, 20, 25, 26, 27 febbraio 2022).
L’allestimento è realizzato in coproduzione tra la Fondazione Teatro Carlo Felice e il Teatro Regio di Parma.
Il maestro Sesto Quatrini dirige l’Orchestra e il Coro, preparato da Francesco Aliberti, la regia è di Alfonso Antoniozzi, con le scene e il video design di Monica Manganelli, i costumi di Gianluca Falaschi, la coreografia di Luisa Baldinetti, le luci di Luciano Novelli.
Il cast si compone di Angela Meade/Desirée Rancatore (Anna Bolena), John Osborn/Giorgio Misseri (Lord Riccardo Percy), Sonia Ganassi/Paola Gardina (Giovanna Seymour), Nicola Ulivieri /Alessio Cacciamani (Enrico VIII ), Marina Comparato/ Sofia Koberidze (Smeton), Roberto Maietta (Lord Rochefort), Manuel Pierattelli (Sir Hervey). Danzatrici Erika Melli, Veronica Morello, Andrea Carlotta Pelaia, Miryam Tomé.
Prima opera delle “tre regine” donizettiane – insieme a Maria Stuarda e Roberto de Devereux – Anna Bolena rappresenta una delle vette più alte della produzione operistica di Donizetti e dell’opera romantica in generale. Ispirata al dramma Henri VIII di Marie-Joseph Blaise de Chénier (il libretto è di Felice Romani), debuttò al Teatro Carcano di Milano il 26 dicembre 1830 con un successo straordinario, oscurando persino la contemporanea proposta scaligera, grazie anche a un cast d’eccezione, con il soprano Giuditta Pasta e il tenore Giovanni Battista Rubini, veri divi dell’epoca.
Nonostante il successo iniziale, l’opera uscì gradualmente dal repertorio, fino a quando, nel 1957 al Teatro alla Scala, Maria Callas le donò una seconda vita con una memorabile interpretazione, a seguito della quale tornò ad essere rappresentata nel mondo.
«Dopo il successo dell’allestimento in prima rappresentazione moderna di Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini, nel mese di novembre scorso – dichiara il Sovrintendente Claudio Orazi – con un capolavoro donizettiano come Anna Bolena il Carlo Felice ritorna sulle orme di uno dei più grandi protagonisti della storia dell’opera lirica, Felice Romani, le cui origini e la cui vicenda si intrecciano nella storia della civiltà musicale genovese, che costituisce uno dei primari interessi della Fondazione. Quest’anno, la programmazione operistica del teatro tocca i vertici della produzione dal Settecento, con Pergolesi, passando per l’Ottocento con Donizetti, Rossini e Verdi per arrivare al Novecento, con Bernstein: doveroso pensare di toccare anche una vetta della tradizione belcantistica, coinvolgendo un cast di altissimo livello.»
«Anna Bolena è senza dubbio uno dei più grandi capolavori del Belcanto, racconta il direttore Sesto Quatrini, rappresentando anche una delle più alte vette di scrittura vocale mai raggiunte.
L’opinione che considera Anna Bolena come un balzo improvviso a un livello altissimo di Donizetti è piuttosto fuorviante. Credo piuttosto che rappresenti il culmine logico delle sue precedenti esperienze: l’uso di un vocabolario nettamente più espressivo, adatto al libretto di Felice Romani, il particolare interesse per un allargamento dei pezzi d’insieme e il marcato tentativo di superamento della distinzione netta tra recitativi e pezzi cantabili contribuiscono allo sviluppo decisivo della tragedia romantica in musica.
Sono particolarmente felice di debuttare al Teatro Carlo Felice con questo titolo che amo devotamente e che conosco profondamente avendolo già diretto in apertura di stagione 20-21 alla Lithuanian National Opera. Questa di Genova sarà una sfida altrettanto affascinante, con l’ambientazione anni ’20 di un mio conterraneo, il regista Alfonso Antoniozzi e due cast di primissimo livello che si avvicenderanno sul palco».
«Anna Bolena, per un regista, è una grande sfida, scrive il regista Alfonso Antoniozzi. Non potendo contare su inaspettati colpi di scena o su nodi critici della trama ma dovendo porre una lente d’ingrandimento “teatrale” sugli stati d’animo dei personaggi, il lavoro deve principalmente essere quello di stimolare,supportare, canalizzare il lavoro di cesellatura dell’interprete verso un piano di lettura comune che renda fruibile e comprensibile allo spettatore odierno il lessico ottocentesco e, nel contempo, riuscire a presentare al pubblico contemporaneo uno spettacolo che catturi l’attenzione e la trattenga.
In altre parole: niente avrei potuto inventare senza avere due cast di specialisti del Belcanto che sanno come dar vita e credibilità drammaturgica ad ogni nota e ad ogni minimo segno dinamico della partitura. Nel giorno in cui compongo le mie note di regia allo spettacolo, apprendo con profondo dolore della scomparsa di Filippo Crivelli: un maestro, un collega, un amico con cui ho diviso quasi quarant’anni di vita teatrale, parte della quale è scorsa su queste tavole. Indegnamente vorrei dedicargli questo mio lavoro, convinto come sono che se non ci fossimo conosciuti forse quello che vedrete non sarebbe mai esistito”.
Sabato 12 febbraio 2022, ore 16.00, in collaborazione con Amici del Carlo Felice e del Conservatorio Niccolò Paganini, conferenza illustrativa Il primo vero trionfo di Donizetti passa dalla Londra dei Tudor, relatore Marco Pescetto. Elisa Prato
Info e biglietti: www.teatrocarlofelice.com