In stile italiano, concerto dedicato a musiche di Schubert, Haydn, Beethoven e Mendelssohn, si replica in tre date, due nell’ambito della rassegna Liguria Musica, e una nell’ambito della Stagione sinfonica: venerdì 19 maggio, ore 21.00, alla Concattedrale dei Santi Maurizio e Compagni Martiri di Porto Maurizio di Imperia; sabato 20 maggio, ore 21.00, alla Parrocchia di Sant’Anna di Rapallo; domenica 21 maggio, ore 20.00 all’Opera Carlo Felice Genova. Alla direzione dell’orchestra del Teatro Carlo Felice il maestro Riccardo Minasi, soprano Jane Archibald.
Apre l’Ouverture In stile italiano di Schubert, composta nel 1817, mentre spopolavano a Vienna le opere di Rossini, che accendevano nella capitale austriaca un nuovo interesse per lo stile italiano. In questo contesto Schubert compose due ouverture, tra cui la D. 590 in re maggiore. L’Ouverture si apre con un Adagio molto lirico che porta al fresco e brillante Allegro. In questa seconda sezione un tema è tratto da Tancredi di Rossini, con una citazione quasi letterale dell’aria “Di tanti palpiti”. Anche la chiusura, con diverse cadenze e arpeggi, rimanda alla stretta finale tipica dei lavori rossiniani.
Segue la Scena di Berenice “Berenice, che fai?” di Haydn, composta a Londra nel 1795 con dedica a Brigitta Giorgi Banti, prima soprano dell’Opera Concert. Il testo, di carattere tragico, è tratto dall’Antigono di Metastasio. In questa cantata all’italiana emerge lo stile sinfonico di Haydn, e l’orchestra dialoga e partecipa attivamente al livello drammaturgico espresso dalla linea vocale.
Si prosegue con “Ah, perfido!”, scena e aria per soprano, che Beethoven compose in primis per la contessa Josephine Clary, aristocratica e cantante dilettante. La destinazione era quindi quella di un contesto ristretto, salottiero. Nel 1796 il compositore riprese e ampliò la stessa Scena e aria per Josepha Dusek, cantante rinomata soprattutto in ambito cameristico. Ora “Ah, perfido!” ha una scrittura quasi neoclassica, in cui si individuano diversi tratti di quel drammatismo musicale che sarà poi ampiamente sviluppato in Fidelio.
In chiusura la Sinfonia n. 4 Italiana di Mendelssohn, composta durante un soggiorno italiano attorno al 1830/31. Il carattere è vivace, solare e cantabile, come appare subito evidente nell’Allegro iniziale. Lo stesso Andante, il movimento “meno italiano”, non cede alla malinconia, sfociando piuttosto in un atteggiamento lirico-sognante. Nel terzo movimento, simile al minuetto classico, con il protagonismo di corni e fagotti si rimanda ad un’atmosfera pastorale. Il vivace Saltarello finale è il riferimento più diretto alla cultura musicale italiana, in particolare alla musica popolare romana. ELI/P.