Nuovo appuntamento con il ciclo sinfonico Virtuosi. Martedì 7 maggio, alle ore 20.00, Riccardo Minasi dirigerà il flautista Francesco Loi e l’Orchestra dell’Opera Carlo Felice in un programma con musiche di Franz Joseph Haydn, François Devienne e Ludwig van Beethoven.
In apertura, la Sinfonia n. 82 in do maggiore – detta L’orso – di Franz Joseph Haydn: si tratta della prima delle sue sei sinfonie “parigine” e del primo grande successo in Francia.
Il titolo, attribuito al brano diversi anni dopo, si deve al tema iniziale dell’ultimo movimento, che richiama l’incedere dell’animale. La Sinfonia venne composta a Esterhàz nel 1786, la prima esecuzione si tenne a Parigi l’anno successivo.
Date le dimensioni importanti dell’orchestra parigina, il compositore ebbe modo di sperimentare per la prima volta una scrittura ancora più ampia e articolata, iniziando un nuovo capitolo del proprio percorso artistico.
A seguire, il Concerto per flauto e orchestra n. 7 in mi minore di François Devienne (1759 – 1803): compositore e flautista. Devienne visse in Francia, dove raggiunse una certa notorietà negli anni della Rivoluzione grazie alla composizione di inni patriottici.
Il Concerto per flauto e orchestra n. 7 in mi minore è uno dei più eseguiti e venne composto attorno alla metà degli anni ’80. Sin dal principio si percepisce una reminiscenza mozartiana e spicca la virtuosa articolazione della linea del flauto, che richiede una tecnica raffinata e agile.
Il programma si chiude con la Sinfonia n. 5 in do minore di Beethoven, un capolavoro del genere sinfonia. Beethoven lavorò alla composizione per quattro anni e la prima esecuzione si tenne a Vienna il 22 dicembre 1808.
Il perentorio inciso di apertura dell’Allegro con brio, esposto e poi rielaborato e amplificato magnificamente, introduce il tema del contrasto, elemento centrale della composizione. In Beethoven, lo spirito illuminista conviveva con tormentati afflati romantici, un contrasto sempre presente nella sua musica.
Con la Quinta, apparentemente rappresentativa della tensione romantica, Beethoven realizzò un sorprendente sistema di geometrie, proporzioni numeriche misurate come fondamento di ciascuna scelta compositiva, dalle singole linee strumentali all’armonia e al ritmo, fino alla struttura formale, rappresentando in musica il trionfo dello spirito illuminista.ELI/P.