Alle Psallite (cum luya!)
In programma sabato 9 aprile 2022 alle ore 20.00, al Teatro Carlo Felice il concerto di Pasqua. Incentrato sul repertorio sacro, dal medioevo al jazz, a testimonianza di quanto la finalità religiosa abbia costituito una forte motivazione per molti compositori, è interpretato dal Coro di voci bianche dirette da Gino Tanasini, al pianoforte Enrico Grillotti.
Il titolo è tratto da un mottetto di autore anonimo, risalente alla fine del XIII secolo, costruito sulla parola Alleluya. Questo termine è un’esortazione antica che in ebraico significa “preghiamo/lodiamo” ed alla quale si abbina anche un senso di gioia, la gioia di stare insieme.
In questo senso il mottetto presente nel Montpellier Codex diventa la testimonianza di un ulteriore modo di vivere la gioia grazie anche al gioco dell’invenzione che, per via di graduali manipolazioni letterali, permette amplificazioni musicali: è la tecnica del “tropare”, ovvero interpolare testi vecchi e nuovi con lo scopo di ampliare il gesto musicale che sottende la parte poetica.
Il programma della serata prevede anche l’esecuzione della sequenza di Pasqua Victimae paschali laudes.
Si racconta che la celebre e intensa melodia gregoriana fosse particolarmente cara a Giuseppe Verdi, che aveva in più occasioni manifestato, in virtù della forza drammatica contenuta nel canto, l’idea di poter cedere la paternità di tutta la sua produzione in cambio di questa sequenza risalente all’XI secolo.
Questo genere di canto liturgico era spesso eseguito con armonizzazioni polifoniche. Ne danno testimonianza diverse fonti, tra le quali i codici conservati nell’abazia di San Marziale di Limoges, ai quali si fa riferimento quando si cita la cosiddetta polifonia Aquitana, pratica esecutiva cui l’armonizzazione proposta fa riferimento.
Il programma procede con l’esecuzione del Magnificat che Franz Liszt scrisse a compimento della sua Dante-Symphonie (1857) qui proposto nella trascrizione dello stesso compositore per canto e pianoforte.
Quando nel 1857 Liszt suonò la Dante Symphonie a casa di Richard Wagner, al quale la partitura è dedicata, quest’ultimo si dimostrò scettico riguardo il finale, in quanto fortissimo e potente, e dunque non adatto all’idea di Paradiso. Così Liszt, in un primo momento, eliminò il finale fermandosi al secondo movimento dedicato al Purgatorio.
Poi, su spinta della principessa polacca Carolyne zu Sayn-Wittgenstein, rimise mano alla partitura decidendo di aggiungere come terzo movimento questo delicato e luminoso Magnificat intonato dal coro di voci bianche, che si spinge fino all’armonizzazione a quattro parti.
Il programma passa dal Medioevo all’epoca Romantica, alle atmosfere jazzate del ‘900 nel giro di qualche manciata di minuti. Infatti, il Coro delle voci bianche eseguirà la A Little Jazz Mass di Bob Chilcott. Si tratta di una missa brevis (le tradizionali cinque parti dell’ordinario Kyrie/Gloria/Sanctus/Benedictus/Agnus Dei, senza il Credo) in cui il compositore, attingendo agli stilemi propri del jazz, della black music, dello swing e del blues, riesce a interpretare in modo originale l’afflato religioso del testo liturgico. Bob Chilcott, compositore, direttore e cantore britannico, presentò questa partitura per la prima volta nel 2004 per il Crescent City Choral Festival di New Orleans, ottenendo un significativo successo.
Altri brani sacri molto noti seguiranno nel programma: la conosciutissima Ave Verum Corpus KV 618 in re maggiore e, ancora del Salisburghese, l’Alleluja a canone KV 553 in una versione appositamente preparata dal coro.
Il concerto prevede infine l’esecuzione di Preferisco il Paradiso che il compositore Marco Frisina nel 2010 introdusse all’interno della colonna sonora della fiction italiana omonima interpretata da Gigi Proietti: un gioioso crescendo in musica. E un tributo a Fabrizio De André e al suo brano Spiritual, dall’album d’esordio Vol. 1° del 1967. Il Coro delle voci bianche ne propone una versione adattata all’organico nella quale si ripercorre un tema caro al cantautore genovese, ovvero l’umanità smarrita che si rivolge direttamente a Dio dando voce alle proprie fragilità ed aspettative. ELI/P.