Due gioielli in miniatura della letteratura operistica italiana, offerti per le festività pasquali: saranno trasmesse da Primo Canale domenica 17 aprile alle ore 21.00 e lunedì 18 aprile 2022, alle ore 18.30 Il maestro di cappella di Domenico Cimarosa e Il segreto di Susanna di Ermanno Wolf-Ferrari, in un nuovo allestimento in dittico della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, nella versione televisiva realizzata da Primo Canale.
Scritto tra il 1786 e il 1793 a San Pietroburgo (probabilmente tra due delle opere più conosciute e felici del vasto catalogo teatrale cimarosiano, oltre 70 titoli, L’impresario in angustie del 1786 e Il matrimonio segreto, del 1792) Il maestro di cappella è un esempio della fattispecie del monologo operistico comico, di cui si rinvengono pochissimi esemplari nella storia dell’opera (tra i più celebri La voix humaine di Francis Poulenc su libretto di Jean Cocteau), ma nessuno nell’ ambito dell’intermezzo settecentesco.
Per questa sua anomalia classificato nel catalogo cimarosiano tra le “cantate” di argomento profano, e scritto su di un libretto di ignota provenienza, il breve componimento per voce di baritono vede in scena un unico personaggio, il maestro di cappella, intento a dirigere un’aria in “stil sublime” di un antico e venerato maestro (seppur fittizio, il suo nome – guarda caso – è “Scarlatti”). Ma quando l’orchestra inizierà a provare il brano l’effetto sarà catastrofico.
Il maestro di cappella inizierà quindi a canticchiare volta per volta la parte di ogni strumento, in modo tale da far capire ad ognuno degli riottosi strumentisti cosa fare.
Alla fine riuscirà a far eseguire l’aria correttamente a tutta l’orchestra, ed estenuato e soddisfatto, prometterà ai suoi professori d’orchestra di dedicarsi in futuro ad un componimento migliore, composto da lui stesso.
Il segreto di Susanna (1909), su libretto di Enrico Golisciani (collaboratore anche di Ponchielli, Umberto Giordano, Francesco Cilea) è un’ opera in un atto in cui l’impianto drammaturgico goldoniano viene rivestito dei panni di una vicenda moderna. Il Conte Gil nutre sospetti circa la fedeltà della moglie, la Contessa Susanna, perché ogni qual volta entra in una stanza ove lei abbia soggiornato sente un sospetto e inspiegabile odore di fumo.
Il segreto di Susanna, condiviso con l’immancabile servo muto Sante, sarà presto svelato, e la Contessa perdonata, lasciando tuttavia aleggiare nell’aria le fastidiose domande e insicurezze frattanto maturate dal marito, non tradito ma burlato. La musica di Wolf- Ferrari, di grande efficacia teatrale, guarda a Mozart e a Pergolesi ma si nutre di disegni e suggestioni coloristiche talvolta ai limiti della tonalità.
Dalla sua prima esecuzione italiana, con la direzione di Arturo Toscanini al Costanzi, due anni dopo la sua creazione a Monaco, l’opera ha mantenuto una sua presenza anche negli anni in cui la musica del compositore fu – più in generale – colpevolmente dimenticata.
Maestro concertatore e direttore è Gianluca Capuano alla testa dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice, la regia di Sergio Vitale, i costumi di Leila Fteita, le luci di Luciano Novelli, assistente alla regia Lorenzo Giossi.
Protagonisti in scena sono lo stesso Sergio Vitale, nei panni del Maestro di cappella nel monologo comico di Cimarosa e, a fianco a Rosa Feola nei panni della contessa Susanna, nella parte del conte Gil nell’intermezzo di Ermanno Wolf-Ferrari, con l’attore Lorenzo Giossi nella parte di Sante, il servo muto.
Il Sovrintendente Orazi dichiara: “Sono lieto di poter annunciare una produzione di grande valore, nata in piena pandemia, nei primi mesi del 2021, che ben testimonia lo spirito di resilienza con cui il Teatro Carlo Felice ha affrontato questo periodo storico così difficile, due intermezzi musicali di rarissima esecuzione con interpreti prestigiosi”. ELI/P.