Nell’agosto dell’anno scorso aveva incivilmente parcheggiato l’auto nel posto riservato ai disabili nel sotterraneo del centro commerciale di Carugate e per questo aveva preso una giusta e salata sanzione.
Tuttavia il multato, un 40enne di Vimercate, aveva reagito affiggendo un cartello di insulti, innescando polemiche e reazioni indignate in tutta Italia.
Oggi è venuto fuori che i pm hanno chiesto di archiviare tutto.
Le offese erano riferite a un disabile, che a seguito delle indagini è rimasto senza nome. In sostanza, secondo l’impostazione seguita dalla procura di Monza, non c’è reato perché le presunte offese non sarebbero state rivolte a un destinatario preciso e identificabile. Si tratterebbe quindi di improperi generici.
Tuttavia, secondo alcuni esperti di giurisprudenza “come evidenziato dalla letteratura dominante, si ritiene che ben sia possibile configurare lesioni all’onore di persone rientranti nelle categorie collettive, sempre che di queste sussistano alcuni caratteri, quali, ad esempio, la ristretta dimensione quantitativa del gruppo, oppure la presenza concreta dell’offesa nei confronti di tutti gli appartenenti alla categoria”.
A presentare l’esposto-querela era stata la Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) pronta a costituirsi parte civile al processo.
Ciononostante, la richiesta di archiviazione è stata avanzata al Tribunale dal sostituto procuratore di Monza Vincenzo Fiorillo che si è occupato del fascicolo per diffamazione, aggravata dalla pubblicità fatta apponendo il cartello in un luogo pubblico, nei confronti del disabile ritenuto dall’automobilista erroneamente ‘colpevole’ di avere avvisato i vigili che aveva parcheggiato nel posto riservato alla categoria di persone più deboli.
Gli agenti della Polizia di Stato e della Polizia Locale erano intervenuti e in poche ore, grazie alla targa annotata sulla contravvenzione e ai filmati delle telecamere del supermercato, erano riusciti a identificare l’autore del cartello di insulti in cui era stato scritto: “A te handicappato che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più, vorrei dire questo: a me 60 euro di multa non cambiano nulla, ma tu rimani sempre un povero handicappato… sono contento che ti sia capitata questa disgrazia“.
L’autore del cartello offensivo si era poi scusato con una lettera raccomandata, senza tuttavia presentarsi di persona all’associazione Ledha: “Ho agito d’impulso e non credo a quello che ho scritto”.
L’ultima parola sull’archiviazione ora spetta al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza.