Intervista a Matteo Fedeli, Direttore della Sezione Musica di SIAE
A pochi passi dal Teatro Ariston, nel cuore della Città della Musica sorge quest’anno un nuovo spazio che offre al pubblico sanremese interviste, tavole rotonde, dibattiti e tanta musica, per tutta la settimana del Festival. È la semisfera multimediale di Casa SIAE in “partnership” con Area Sanremo, l’Orchestra Sinfonica e il Comune della Città dei Fiori. Una struttura aperta al pubblico con numerose postazioni informative e di assistenza agli associati. Uno spazio dedicato per interagire con autori, editori, produttori, discografici, giornalisti, cantanti e cantautori. Nonché palco privilegiato per artisti emergenti che hanno la possibilità di esibirsi in pubblico.
Ma come nasce questa idea? Lo abbiamo chiesto a Matteo Fedeli, Direttore della Sezione Musica di SIAE.
R.: “Questo progetto nasce dall’esigenza di cambiare. Un sentimento molto condiviso in SIAE (Società Italiana degli Autori e degli Editori, ndr). E il cambiamento non passa solo dalla digitalizzazione ma anche attraverso un complesso progetto di efficientamento interno che l’Ente sta portando avanti da qualche anno. In pratica, si sentiva il bisogno di proiettare SIAE nel “terzo millennio”. L’evoluzione interna soffriva, infatti, di un deficit enorme di comunicazione. Ci siamo accorti, di conseguenza, che la maggior parte dei nostri associati (che hanno superato quota ottantamila, ndr) e degli altri soggetti interessati (“stakeholder”) non comprendeva appieno i nostri sforzi e obiettivi. “SIAE è dalla parte di chi crea”, questo è il messaggio che vogliamo trasmettere. E non a caso lo abbiamo inserito anche nel nostro logo. Tutto quello che facciamo è volto alla tutela del diritto d’autore dei soggetti che noi rappresentiamo. Come emerso durante l’intervista a Filippo Sugar, direttore SIAE, condotta mercoledì 7 febbraio 2018, da Riccardo Luna, direttore dell’Agenzia Giornalistica Italia (AGI), SIAE non deve essere vista come una “tassa”. Il marchio SIAE è un diritto privato che interviene solo se si utilizza la musica. Per noi è molto importante far capire al pubblico che cosa è il diritto d’autore e a cosa serve. Durante l’estate 2017 abbiamo organizzato una serie di incontri dal titolo “Dialogando” che hanno fatto tappa in otto città, su tutto il territorio nazionale. Da due anni, inoltre, prendiamo parte a “Italia Creativa”, un progetto volto a informare l’opinione pubblica sul “valore” dell’industria della cultura e della creatività nel nostro Paese che è divenuta una voce importante della sua economia. Basti pensare che poco più di un milione di persone operano nel settore. Per tutte queste ragioni, non potevamo mancare qui a Sanremo durante il Festival, l’unica settimana all’anno in cui tutti gli occhi sono puntati sul palco dell’Ariston e tutti parlano di Musica. Una vasta eco mediatica unica nel suo genere.”
D.: Che cosa vuol dire fare musica oggi, e farla diventare una professione?
R.: “Fare musica oggi, come ieri, non è facile. E SIAE ne è testimone. La Società, paradossalmente, è il soggetto che tutela un diritto del lavoro che, in quanto tale, va remunerato. Riceviamo un milione di richieste di tutela all’anno ma il nostro ruolo ufficiale non è quello di entrare nel merito dei progetti musicali. Noi ci occupiamo di tutelare la vita del musicista. A questo proposito, credo sia importante distinguere l’artista (ovvero l’esecutore, il “performer”) e l’avente diritto alla nostra tutela, che è l’autore o il compositore. Un esempio per tutti è il maestro Mogol che è un autore puro perché non interpreta le canzoni che scrive. Mentre altri, come il popolarissimo Vasco Rossi, sono sia autori che cantanti. Ogni soggetto che opera nel mondo della musica è un tassello fondamentale del ciclo creativo di una canzone. Nelle edizioni del Festival di Sanremo, non a caso, accanto al titolo della canzone e del cantante appaiono i nomi degli autori e dei compositori che hanno contribuito al progetto musicale. Ed è giusto che sia così perché il fatto che questi ultimi rimangano ‘dietro le quinte’ non significa che siano meno importanti. Il compito della SIAE è di farlo capire sempre più”.
D.: Quali i progetti di SIAE per il futuro?
R.: “Da circa tre anni, SIAE ha lanciato un piano di digitalizzazione che abbiamo chiamato ‘agenda digitale’ con lo scopo di semplificare le procedure. Una delle ultime conquiste è la realizzazione del “borderò” digitale (“mioBorderò” permette ai direttori di esecuzione di gestire online il loro programma musicale in maniera digitale, ndr). Proprio ieri (7 febbraio 2018), infine, abbiamo presentano qui a Sanremo una nuova App collegata al “borderò” compatibile con i principali portali internazionali di musica online. Non meno importante l’aggiornamento del nostro sito che consente oggi di effettuare i depositi dei brani direttamente online. Il nostro impegno nel presente e nel futuro è quello di essere più efficaci e semplificare la vita non solo agli aventi diritto ma anche agli utilizzatori dei nostri servizi. Filo conduttore di tutto: la comunicazione, su cui continueremo a investire per migliorare e trasformare in ‘start-up’ una realtà italiana che ha una tradizione di cento trentasei anni”.
Maurizio Abbati