Colpo di scena nel caso Grillo jr. e degli amici genovesi accusati da una coetanea italo-norvegese di violenza sessuale di gruppo nella villa della famiglia Grillo in Costa Smeralda, dopo una serata passata insieme in discoteca nel luglio 2019.
Spunta una perizia che mette in dubbio l’attendibilità e in luce le contraddizioni della 20enne, che il giorno dopo il presunto stupro andò al mare a fare kitesurf e denunciò i presunti fatti una settimana dopo, una volta rientrata a Milano.
Violenza sessuale, Grillo jr. e i 3 amici rinviati a giudizio: rischiano fino a 12 anni
Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano La Repubblica, la difesa del figlio del fondatore del M5S Beppe Grillo, Ciro, rinviato a giudizio insieme a Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria, ha ingaggiato la psicologa forense Lucia Tattoli con laurea alla Sapienza, master in Criminologia e Scienze psichiatrico-forensi a Genova, perfezionamento in Valutazione del danno psicopatologico, condotte criminali al Dipartimento di Psicologia investigativa di Parma, che ha studiato gli atti e scavato nel passato della denunciante.
Dalle anticipazioni riportate da Repubblica, l’esperta genovese ha stilato la perizia ricostruendo le frequentazioni della studentessa, anche nella “fragile personalità”, con una declinazione psicologica, con la quale evidenzia “le tante contraddizioni nelle denunce”.
Inoltre, ha studiato i movimenti della 20enne, attraverso foto e video prodotti agli atti in modo trasparente dagli stessi accusati, i quali hanno sempre sostenuto che si è trattato di rapporti consenzienti.
La psicologa avrebbe analizzato le chat: “In quel posto non posso andare perché sanno tutto di me…”. Eppoi, “quella si è fatta…”.
Un lavoro, secondo quanto riportato dal quotidiano Open.online, che si sarebbe concentrato anche sul passato della denunciante, compresa la presunta violenza sessuale subìta in Norvegia l’anno prima da un coetaneo che la giovane avrebbe raccontato agli inquirenti.
Al momento la perizia è molto avanti, pronta per essere depositata al processo, per cui è stata fissata la prima udienza al 16 marzo 2022.
I legali difensori la riterrebbero uno degli “assi nella manica” con l’obiettivo di dimostrare quanto in realtà la giovane fosse consenziente e i suoi racconti successivi a quella sera contraddittori e quindi poco credibili.
Anche se in tribunale dovrà confrontarsi con quella del prof. Enrico Marinelli dell’Università La Sapienza, specialista in Medicina legale, incaricato dai genitori della 20enne e dal loro avvocato, la senatrice leghista Giulia Bongiorno.
In sostanza, la giovane italo-norvegese avrebbe dichiarato al procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, di ricordare solo i primi minuti del rapporto di gruppo e di essersi risvegliata con un vuoto di memoria.
La consulenza medico-legale della denunciante è già stata depositata al gip e, in sintesi, sarebbe arrivata alla conclusione che imputa all’alcol la perdita di coscienza, ma non esclude l’uso della cosiddetta “droga dello stupro”.
Il prof. Marinelli avrebbe stimato in 1.08 grammi/litro il tasso alcolemico nel sangue della 20enne, che dopo la serata in discoteca con l’amica, parte lesa nel processo per alcune foto oscene che sarebbero state scattate a sua insaputa, avrebbe bevuto a casa di Grillo Jr. un quarto di bottiglia di vodka e lemonsoda: “Il tasso era tale da compromettere fortemente le capacità cognitive e di autodeterminazione”.
Su questo valore c’è già stato il parere stilato nella perizia di parte degli indagati, stilata dal medico legale genovese Marco Salvi, che sempre secondo quanto riportato da Repubblica ritiene l’ipotesi della droga “non suffragata da alcuna prova” e prenderebbe per buono il tasso alcolemico calcolato dal prof. Marinelli.
Sostenendo, però, che con questa dose non si entra in blackout alcolico. Tanto che le foto e i video documenterebbero che “la studentessa si regge sulle sue gambe”.
Inoltre, come riportato dal quotidiano La Verità, c’è un’altra perizia, richiesta dal procuratore capo Gregorio Capasso, che si è rivolto alla responsabile per la Sardegna della Società italiana di psicologia clinica forense, dottoressa Cinzia Piredda, per analizzare il profilo psicologico della studentessa.
La psicologa forense avrebbe anche analizzato ore di filmati realizzati durante le testimonianze della 20enne con gli inquirenti, prima con le due carabiniere e poi con i pm di Tempio Pausania.
Nelle conclusioni, tra le altre cose, Piredda sosterrebbe: “Si può affermare che le modalità e i meccanismi di elaborazione e rievocazione dei ricordi da parte di …, compresi i particolari mancanti rispetto all’intera serata, rientrano – secondo un parametro di normalità – nei processi di funzionamenti della memoria. Si ritiene utile segnalare che dai racconti della persona offesa emerge la difficoltà di quest’ultima di assumere e mantenere il controllo delle situazioni e di manifestare fattivamente la propria opposizione alle altrui condotte“.
Toccherà ai giudici fare chiarezza.