Maxi inchiesta su corruzione della Dda e della Procura della Repubblica di Genova, che martedì 7 maggio ha portato agli arresti il governatore ligure Giovanni Toti (ai domiciliari), l’imprenditore portuale Aldo Spinelli (ai domiciliari), l’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale amministratore delegato (sospeso) di Iren Paolo Emilio Signorini.
Il superteste Giorgio Carozzi (non indagato), giornalista in pensione e membro del comitato portuale in rappresentanza del Comune di Genova, ha confermato ai pm di “non avere ricevuto pressioni” e di avere votato a favore del rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse, nel 2021, ad Aldo Spinelli “in scienza e coscienza” spiegando i “cinque motivi” tecnici e le considerazioni che lo avevano portato a quella legittima scelta.
Una testimonianza che sostanzialmente aiuta a smontare il teorema accusatorio della corruzione elettorale in riferimento a Toti, anche considerato che in questo caso politico-giudiziario non risultano mazzette, bustarelle o valigette piene di soldi, ma i finanziamenti e le spese per l’attività politica risultano tutti tracciati in modo trasparente.
La vera storia del rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse ad Aldo Spinelli
Tirato più volte in ballo da alcuni colleghi giornalisti genovesi, talvolta a sproposito e con vistose imprecisioni, Giorgio Carozzi ieri ha rilasciato un’interessante ed esaustiva intervista al quotidiano milanese Corriere della Sera.
“Sono stati – ha spiegato Carozzi – tre mesi di angoscia e tormento. In sintesi andò così. L’allora presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini ci aveva chiesto di dargli una mano per impedire la spaccatura fra i due grandi clienti del porto (i gruppi di Aldo Spinelli e Gianluigi Aponte, ndr) che erano in netta contrapposizione.
Io sono amico storico di Alfonso Lavarello (presidente dell’Aeroporto di Genova e uomo di Aponte, ndr) e, considerato che lui è molto amico di Aponte, abbiamo studiato una convergenza.
A noi interessava tutelare l’Autorità portuale in tutto e per tutto, cioè il bene pubblico.
E ci siamo riusciti. Abbiamo inserito nell’atto di concessione (del Terminal Rinfuse a Spinelli, ndr) la possibilità di revoca in qualsiasi momento senza pagare indennizzi.
Non sono stati mesi di angoscia per il rinnovo della concessione in sé, cosa legittima. La mia preoccupazione riguardava la durata della concessione. Spinelli chiedeva 50 anni. Troppo. Poi è sceso a 40 e alla fine è arrivato a 30.
Io avevo il pensiero di trovare una soluzione nell’interesse del porto e dei lavoratori.
E’ difficile che qualcuno, incluso il sindaco Marco Bucci, mi possa fare pressioni. Un conto è il dialogo, che può essere costruttivo, altre cose sono le pressioni. Garantisco: non ne ho mai ricevute da nessuno”.
Caso Toti, altra confusione su dichiarazioni. Superteste Carozzi: macché pressing