“Dopo la notizia delle ordinanze cautelari emesse nell’ambito del procedimento a carico di Giovanni Toti e altri indagati abbiamo assistito a prese di posizioni offensive nell’ambito di dichiarazioni di esponenti politici e titoli di alcune testate giornalistiche.
Alcuni opinionisti si sono spinti a definire in trasmissioni televisive i magistrati impegnati nel procedimento come: ‘un’associazione a delinquere’.
Per quasi un mese abbiamo evitato interventi pubblici con la speranza che il dibattito pubblico rientrasse nei giusti binari della doverosa attenzione e della legittima critica di provvedimenti giudiziari.
Così non è stato e sabato scorso, la testata giornalistica ‘Libero’, è arrivata a un’inaccettabile profilatura delle presunte opinioni politiche dei familiari più stretti della giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni (che martedì 7 maggio ha ordinato gli arresti domiciliari per Toti, ndr) per screditare l’imparzialità e la correttezza professionale della collega”.
E’ quanto ha comunicato oggi la giunta ligure dell’Associazione nazionale magistrati, commentando l’articolo del quotidiano Libero, a firma del condirettore Pietro Senaldi, che ha spiegato come l’imperiese, ma genovese d’adozione, Maria Rosa Biggi, mamma della gip Paola Faggioni, sia stata impegnata politicamente a sinistra (è stata consigliera comunale di Genova dal 2002 al 2012 prima tra le fila della Margherita e poi nel gruppo del Pd).
“Nulla di disdicevole di per sé, per carità – ha in sintesi spiegato Libero – solo una coincidenza curiosa che val la pena di portare a conoscenza di tutti” ma “la sua passione l’ha portata a sostenere proprio nei giorni scorsi la candidata dem Patrizia Toia, precipitandosi a salutarla e a farsi immortalare con lei quando questa ha fatto tappa a Genova nel suo tour elettorale”.
I magistrati dell’Anm ligure hanno inoltre sottolineato che questo “è l’ennesimo attacco, gravemente scomposto, nei confronti di uno dei magistrati impegnati nell’inchiesta. Analoghe iniziative mistificatorie erano già state rivolte ai magistrati del pubblico ministero Federico Manotti e Luca Monteverde.
Gli attacchi sono gravi: per i diretti interessati, per la magistratura che rappresentano e per il popolo italiano in nome del quale i giudici pronunciano le sentenze.
Esprimiamo profonda solidarietà ai tre colleghi impegnati nell’inchiesta, ciascuno secondo la propria funzione e tutti nel pieno rispetto della deontologia professionale in adempimento di quelli che sono, prima di tutto, i doveri che l’ordinamento impone al pubblico ministero e al gip”.