“Mi sento molto arrabbiato perché la credibilità che avevamo come sistema portuale non ce l’abbiamo più. Perché tutte le cose che erano pronte a partire temo che si fermino e quello è il lavoro di tanta gente. Da vecchio portuale come sono io questa è la cosa che mi fa più male”.
Lo ha dichiarato al termine della sua lunga deposizione al pm Rino Canavese, componente del comitato portuale ed ex presidente dell’Autorità portuale di Savona, sentito per oltre tre ore in Procura a Genova nell’ambito dell’indagine per corruzione che martedì scorso ha portato agli arresti domiciliari il governatore della Liguria Giovanni Toti.
Canavese è il primo superteste convocato su uno degli episodi chiave dell’inchiesta, ossia il rinnovo trentennale della concessione agli imprenditori Spinelli del Terninal rinfuse in cambio di finanziamenti elettorali, con bonifici al Comitato Toti.
Una presunta operazione su cui ha sempre manifestato il suo disappunto (è l’unico che ha votato contro) e, come si evince dalle intercettazioni, ha parlato di “meccanismo perverso” su cui si sarebbero state concentrate le domande del pubblico ministero Luca Monteverde.
“Sono molto sereno – ha affermato Canavese – ma non posso dire niente. Il magistrato mi ha detto che la mia deposizione deve rimanere riservata. Però è stato un’interrogario molto cordiale, molto lungo”.
La deposizione di canavese si presume sia una di quelle fondamentali per la ricostruzione dei presunti fatti inerenti le indagini.