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Caso Toti: il Pd genovese e gli intrecci con Vianello, indagato per corruzione

Simone D'Angelo (Pd) e Mauro Vianello

“L’imprenditore Mauro Vianello” considerato l’uomo del Pd in porto e indagato nell’ambito della maxi inchiesta della Dda e della Procura della Repubblica di Genova sulla presunta corruzione che ha coinvolto l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini (agli arresti in carcere), “mentre cercava di chiudere alcuni affari con Autostrade per l’Italia spendeva il nome di Simone D’Angelo (segretario provinciale dem e consigliere comunale non indagato, ndr) offrendo ai manager dell’azienda un incontro con lui (riunione successivamente avvenuta) in vista di un possibile miglioramento dei rapporti tra l’azienda e il Pd ligure, particolarmente critico con la società dopo il crollo del Ponte Morandi e a causa del caos cantieri sulle autostrade”.

E’ ciò che ha riportato oggi il quotidiano La Verità in un articolo a firma dell’informato e corretto cronista Giacomo Amadori, intitolato: “Terremoto in Liguria, le bugie dell’uomo del ‘negoziato’ Pd-Aspi”.

D’Angelo, ha ricordato il quotidiano, è anche il responsabile amministrativo e finanziario della Santa Barbara in Porto a Genova, società specializzata nella prevenzione incendi di cui Vianello è socio di maggioranza.

“Sulla figura di Vianello – si è difeso nei giorni scorsi su fb D’Angelo – da troppi cialtroni gli viene riconosciuta un’influenza che non ha. Pochi mesi fa dissi pubblicamente che Vianello non deve permettersi di parlare del Pd.

Mesi addietro in uno spiacevole episodio Bucci mi disse ‘chiamo Vianello e ti faccio star zitto da lui’. Gli risposi che non sarebbe stato Vianello a zittirmi.

Io sono dipendente di un’azienda di cui lui è azionista di maggioranza. L’autonomia del Pd non è mai stata in discussione.

A dimostrarla sono le decine di dichiarazioni pubbliche contro quelli che scopriamo essere stati gli obiettivi di Vianello e Signorini: le nomine in Iren, la consulenza, il progetto del tunnel subportuale. Per me e per noi parlano gli atti, non le insinuazioni”.

Epperò, secondo quanto riportato da La Verità, si scopre che D’Angelo non soltanto si sarebbe permesso, ma che avrebbe risposto “presente” quando gli sarebbe stato chiesto di togliersi la giacca da dipendente della Santa Barbara e di indossare quella di segretario del Pd per incontrare i vertici di Aspi, anche se “D’Angelo potrà dimostrare che dal 28 giugno 2022 lui e il suo partito hanno continuato a prendere di petto Aspi, ma in questi giorni tutto tace e questa marea di documentazione non è stata messa a disposizione dei cittadini elettori-lettori”.

Il quotidiano ha poi elencato i risultati “non indifferenti” ottenuti dall’indagato Vianello, che emergono dalle carte giudiziarie, ma non negli articoli di certi giornali.

Inoltre, nell’articolo vengono citati l’ex consigliere comunale e responsabile nazionale Infrastrutture del Pd Alessandro Terrile (nominato amministratore delegato di Ente Bacini di cui Vianello è presidente), l’ex responsabile genovese del Pd per i Porti Davide Gaggero, (presidente della Santa Barbara e consigliere di Enti Bacini) e il presidente del Municipio Ponente Claudio Chiarotti che avrebbe mostrato il “feeling” del Pd con la Santa Barbara.

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