Maxi inchiesta della Dda e della Procura della Repubblica di Genova su corruzione. Oggi la gip Paola Faggioni ha respinto l’istanza di revoca della misura interdittiva (divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale) disposta nei confronti di Francesco Moncada, consigliere del Cda di Esselunga nonostante che a seguito della sua iscrizione nel registro degli indagati si era dimesso dall’incarico.
Il manager, marito della figlia del celebre autore del libro “Falce e carrello” e patron (scomparso) di Esselunga Bernardo Caprotti, ha reso spontanee dichiarazioni davanti alla giudice, affermando di avere agito “nel rispetto della legalita’ e in assoluta trasparenza”.
Tuttavia, nonostante che Moncada si sia dimesso dall’incarico, secondo la gip permarrebbero le esigenze cautelari in quanto sarebbero “tuttora, concrete e attuali, le esigenze connesse al pericolo che una ripresa dei rapporti con le persone coinvolte nell’attivita’ corruttiva possa agevolare la ripetizione dei reati della stessa specie”.
Secondo la pubblica accusa, Moncada avrebbe dato finanziamenti illeciti al partito di Giovanni Toti e, in cambio, avrebbe ottenuto agevolazioni nelle pratiche per aprire i supermercati in Liguria. Una ricostruzione dei fatti decisamente smentita dalla difesa dell’indagato: “Ha sempre agito nel rispetto della legge”.