“Dire che ho aiutato Toti è un’infamia. Inchiesta surreale, non ho legami con la mafia”
“Ho fatto solo una vita ad aiutare la gente”. Lo ha riferito oggi Venanzio Maurici entrando a palazzo di giustizia per l’interrogatorio di garanzia, che la scorsa settimana è stato subito sospeso dai vertici della Cgil soltanto perché indagato.
Il sindacalista della Spi Cgil (sospeso) da sempre di fede partigiana e comunista, risulta infatti indagato nella maxi inchiesta della Dda e della Procura della Repubblica di Genova, che martedì scorso ha portato agli arresti domiciliari il governatore Giovanni Toti per corruzione elettorale.
Maurici è accusato di corruzione elettorale, aggravata dal fine di avere agevolato Cosa Nostra. Risulta destinatario dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria e si è avvalso della facoltà di non rispondere alla gip Paola Faggioni.
All’uscita da Palazzo di giustizia, Maurici ha riferito: “Non c’entro niente con nulla. L’inchiesta è surreale, nei miei confronti ovviamente. C’è una grande confusione, smentisco di avere aiutato Toti, cosa che per me è infamante.
Sono 20 anni che continuano con questa storia della parentela. Con uno sono cognato, ma non lo vedo da anni, l’altro nemmeno lo conosco”.
Quanto ai fratelli riesini Testa, il sindacalista (sospeso) ha aggiunto: “Siamo amici da vecchia data, ma non abbiamo rapporti perché politicamente distanti. Io sono di sinistra e loro di destra”.