Anche l’ultima cena elettorale dello scorso 11 aprile nella prestigiosa location genovese di Villa Lo Zerbino rischia di costare caro all’ex governatore ligure Giovanni Toti.
Si tratta della riunione conviviale a cui parteciparono 600 invitati, che sborsarono 450 euro a cranio.
Quella raccolta fondi in favore dell’uomo-partito si è trasformata in una nuova accusa di corruzione per Toti e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli.
La nuova ipotesi di reato emerge dagli atti depositati in vista della prima udienza del processo immediato fissata per il prossimo 5 novembre.
I pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, infatti, hanno iscritto la nuova ipotesi di reato lo scorso 24 aprile, poche settimane prima dell’arresto avvenuto il 7 maggio, ma l’informazione è trapelata da Palazzo di Giustizia soltanto ieri.
Risulta che a quella cena parteciparono 10 dipendenti delle società di Spinelli per un importo versato di 4.500 euro.
Questa nuova accusa non è stata fatta confluire nei capi di imputazione del giudizio immediato, ma potrebbe finire invece nel fascicolo “bis” dove ci sono gli altri indagati che non si trovavano agli arresti domiciliari (gli arresti sono una pre-condizione per richiedere il giudizio immediato).
In quella tranche Toti risulta indagato per voto di scambio, falso, e le presunte corruzioni con altri imprenditori. Gli approfondimenti investigativi da parte della Guardia di Finanza sono ancora in corso, ma subito dopo gli arresti, effettuati martedì 7 maggio, grazie all’analisi delle chat erano emersi alcuni dettagli.
Della partecipazione alla cena elettorale a Villa Lo Zerbino, secondo gli inquirenti, Toti e Spinelli ne parlarono già a un pranzo a Montecarlo. L’allora governatore era in vacanza e aveva incontrato l’imprenditore portuale.
Di rientro in Liguria, Toti aveva informato la sua segretaria politica Marcella Mirafiori “della volontà di Spinelli di aderire alla cena di raccolta fondi, corrispondendo l’importo per la partecipazione di 10 persone”.
L’episodio era stato riportato anche dalla gip Paola Faggioni nella seconda ordinanza di rigetto della revoca dei domiciliari: “Particolarmente significativo è il fatto che, nel corso della predetta conversazione, Toti – evidentemente sulla base di preventivi accordi sempre con lo Spinelli – faceva riferimento a una somma che avrebbe ricevuto da Spinelli, ulteriore rispetto a quella ‘ufficiale’ della partecipazione alla cena elettorale (‘Spinelli mi ha detto che fa 10 posti. Poi il resto… ci aggiustiamo’), utilizzando un’espressione (‘il resto’) di frequente usata sia da Toti che da Spinelli per fare riferimento, in modo allusivo, alle utilità oggetto degli accordi corruttivi”.
Intanto il legale di Toti, Stefano Savi, dopo la notizia del faro di Bankitalia sui movimenti dai conti correnti ha chiarito che “con una informativa della Finanza del 15 dicembre 2023 nel fascicolo definitivo hanno evidenziato, dopo opportuna verifica, l’utilizzo ai soli fini politici delle somme versate dal Comitato, come rimborso spese, al conto di Giovanni Toti. Un conto dedicato alle sole spese per attività politica”.
In 630 alla cena di Toti (450 euro a cranio): andiamo avanti