Terrorismo islamico. Operazione dei carabinieri del Ros “Taqiyya”. Uno dei presunti appartenenti alla cellula jihadista, scoperta un paio di anni fa tra Cassano d’Adda, Borghetto Santo Spirito e Finale Ligure, torna in carcere. Lo hanno deciso i giudici della Corte di Cassazione.
Si tratta di Hossameldin Antar, egiziano di 37 anni, accusato di istigazione e apologia di terrorismo e poi condannato a tre anni e otto mesi di reclusione, ma che nel luglio scorso era stato scarcerato e messo ai domiciliari dai magistrati genovesi.
La procura di Genova aveva quindi presentato ricorso e i giudici del Tribunale del Riesame avevano accolto la tesi dei pm. L’avvocato difensore del presunto jihadista aveva presentato a sua volta ricorso in Cassazione, ma gli ermellini ora hanno dato ragione ai giudici del Tribunale del Riesame e ai pm perché l’egiziano é stato ritenuto ancora “pericoloso”.
Pertanto, ieri i carabinieri del Ros hanno preso l’egiziano nella sua casa di Cassano d’Adda, in provincia di Milano, per rinchiuderlo di nuovo in un carcere di massima sicurezza.
Lo scorso maggio i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Genova avevano ridotto le pene ai tre presunti componenti della cellula operante tra Liguria e Lombardia. Un quarto egiziano, Hosny Mahmoud El Hawary Lekaa, di 32 anni, era stato assolto.
In sostanza, secondo l’accusa, la presunta organizzazione scoperta dall’Antiterrorismo diffondeva materiale jihadista e instradava combattenti dal Nord Africa in territorio siriano e in Libia per conto dello Stato Islamico.
Il secondo presunto componente della cellula jihadista svolgeva l’insospettabile attività di pizzaiolo a Finale Ligure, l’altro viveva a Borghetto Santo Spirito e secondo gli investigatori anche lui fingeva di esser ben integrato in Italia dissimulando l’adesione alla sua fede islamista (Taqiyya).