Quasi un’ora di discussione oggi in apertura di consiglio comunale a Genova sul tema della bagarre scoppiata lo scorso martedì, con il presidente Carmelo Cassibba che si era scagliato contro il capogruppo del Pd Simone D’Angelo ed era stato bloccato dall’assessore alla Sicurezza Sergio Gambino, ma la minoranza non ha ottenuto quanto aveva chiesto in mattinata con un comunicato ovvero una “ammissione di responsabilità” e un “passo indietro” da parte della seconda più alta carica dell’amministrazione comunale di Genova.
Cassibba, tra una mozione d’ordine e l’altra, ha sottolineato di avere chiesto scusa “martedì scorso, quando l’opposizione era fuori dall’aula” e “non solo a mezzo stampa”.
Ha detto anche che “se l’opposizione vuole fare un processo al sottoscritto questa non è la sede opportuna”.
Una dichiarazione che non è piaciuta ai gruppi di minoranza che, a più riprese, hanno definito Cassibba “non in grado di tutelare i lavori dell’aula” citando a questo proposito vari articoli del regolamento del consiglio comunale.
La discussione si è accesa particolarmente quando a prendere parola è stato il sindaco di Genova Marco Bucci che, sollecitato da alcuni esponenti della sua giunta, ha stigmatizzato un post pubblicato su fb dal capogruppo del Pd D’Angelo.
Nel post D’Angelo ha criticato l’amministrazione comunale per non avere saputo sfruttare alcuni finanziamenti destinati agli asili nido e conclude la nota scrivendo “Questi non sono (solo) fascisti. Sono (pure) degli incapaci” e corredando il tutto con una foto di Cassibba nel momento del raptus della scorsa settimana.
Bucci ha citato la frase conclusiva definendo il post “totalmente inaccettabile” e dicendo che “ci penseranno gli avvocati a stabilire le cose da un punto di vista legale, da un punto di vista del rispetto della città sarò io ad andare dal prefetto”.
D’Angelo, dal canto suo, ha provato a replicare e spiegare il senso del suo post ma è stato interrotto sempre dal presidente del consiglio comunale.
Gli animi si sono scaldati anche quando Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) non intervenuto finora nel merito delle polemiche, ha però stigmatizzato alcune irregolarità nella gestione dell’aula e quando il sindaco Marco Bucci lo ha interrotto si è inalberato e rivolgendosi al primo cittadino ha detto: “Quando io parlo lei stia zitto, non sono uno dei suoi yes men”.
Alla fine la discussione è stata interrotta con un voto sulla prosecuzione o meno dei lavori. Si è espressa soltanto la maggioranza sancendo la ripresa dell’ordine dei lavori.
In mattinata si erano rincorse le voci di un possibile nuovo abbandono dell’aula da parte dell’opposizione, in caso Cassibba non avesse chiesto scusa o non avesse rimesso il suo incarico nelle mani del consiglio, ma così non è stato.