In Tribunale si è avvalso della facoltà di non rispondere il cassiere dell’Agenzia delle Entrate di Genova accusato di peculato, falso e accesso abusivo a sistema informatico, per essersi intascato circa 230mila euro di rimborso dei contribuenti e arrestato ai domiciliari nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza.
Al dipendente infedele sono state anche sequestrate numerose monete d’oro, del peso di circa 30 chili e circa 60mila euro in contanti, che gli investigatori gli hanno trovato in casa.
Gli inquirenti stanno cercando un caveau per potere custodire il “tesoro” in attesa di una perizia. Una soluzione potrebbe essere la sede genovese della Banca d’Italia.
Le monete, secondo una prima stima, avrebbero un valore di un milione e mezzo.
“Il mio cliente – ha riferito l’Avvocato Federica Alì – le colleziona dagli anni ’90, è un esperto del settore. Ha venduto appartamenti per poterle comprare”. Mentre per quando riguarda il denaro ritrovato in casa l’Avvocato Alì spiega che il suo cliente “ha poca fiducia del sistema bancario. Ritirava lo stipendio dalla banca appena accreditato e lo custodiva in famiglia. Il denaro ritrovato in casa è frutto dei risparmi di una vita”.
Per i finanzieri, invece, quelle monete sarebbero state acquistate con i soldi presi dai cassetti dello sportello dove lavorava.
Dalle indagini sarebbe emerso che il cassiere otteneva i rimborsi creando falsi moduli con i dati anagrafici di ignari contribuenti.
In alcuni casi avrebbe intestato il rimborso di persone morte o di imprese fallite o cessate.
Sarebbero state quasi 500 le operazioni fraudolente messe in piedi dal 2021 a pochi giorni fa.
L’inchiesta è partita dalla denuncia dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione che aveva notato le anomalie.