Ieri sono stati condannati dal Tribunale di Genova, con rito abbreviato, otto dei 10 pakistani arrestati lo scorso anno con l’accusa di essere una cellula terroristica islamica collegata al “Gruppo Gabar”, a sua volta legato a Zaheer Hassan Mahmoud, il 27enne che a settembre del 2020 attaccò l’ex sede del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi, ferendo a colpi di mannaia due persone.
Per sette islamisti il giudice per l’udienza preliminare ha comminato una condanna a quattro anni e sei mesi per associazione a delinquere con finalità di terrorismo con espulsione dall’Italia dopo l’espiazione della pena.
Per l’ottavo islamista condanna a due anni, con la condizionale, per istigazione a delinquere.
Il sostituto procuratore Monica Abbatecola, della Dda genovese, aveva chiesto la condanna a cinque anni ciascuno e quattro per l’ottavo.
I restanti due presunti terroristi islamici sono a giudizio in Corte d’Assise perché hanno chiesto il rito ordinario.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Digos genovese il gruppo di islamisti aveva una delle basi principali a Genova, nel quartiere di San Benigno, e si stava organizzando per trovare sede e armi.
Il capo della cellula terroristica italiana, con lo status di rifugiato politico dal 2015, era stato arrestato in Francia nel febbraio 2022 perché trovato mentre girava per strada con un coltello.
Dopo due mesi era tornato a Chiavari da dove poi era partito per l’Emilia Romagna.
Due mesi prima dell’attentato sotto l’ex sede di Charlie Hebdo, alcuni degli arrestati si erano fatti una foto con la torre Eiffel sullo sfondo e con l’attentatore e l’avevano pubblicata sui social network, scrivendo “abbiate un po’ di pazienza… ci vediamo sui campi di battaglia”.