“Stiamo subendo un sequestro che riteniamo ingiusto e ricorreremo nelle sedi competenti per vedere riconosciute le nostre ragioni”.
Lo ha riferito ieri al quotidiano L’Eco di Bergamo l’attuale tesoriere e deputato della Lega Giulio Centemero durante un’intervista rilasciata insieme ai professionisti Alberto Di Rubbia e Andrea Manzoni, che sono i titolari (in realtà Manzoni ha ceduto le quote al primo ultimamente) dello studio Dea Consulting di Bergamo, dove a dicembre gli investigatori della GdF hanno acquisito una serie di documenti.
In sostanza, è stato ribadito che in riferimento alla somma sequestrata al partito dalla Procura della Repubblica di Genova (fino a 49 milioni di euro) non ci sono state distrazioni di fondi all’estero.
Inoltre, Centemero ha sottolineato che i fondi “spettavano alla Lega Nord perché così era previsto dalla normativa” ovvero con un contributo di cinque euro a voto preso.
“La legge in vigore prevedeva, infatti, che i partiti fossero finanziati con 5 euro a voto sulla base delle precedenti tornate elettorali. Per questo è una totale menzogna parlare di soldi sottratti come se fossero dei rimborsi richiesti e ottenuti a fronte di documentazione di spesa fasulla.
Mente chi dice il contrario e – ha aggiunto il tesoriere leghista – mente chi dice che Matteo Salvini ha ottenuto parte di quei 49 milioni.
La Lega subisce due volte perché subisce l’appropriazione indebita di parte dei suoi fondi e in più perderebbe, secondo i giudici, il diritto a ottenere ciò che gli spettava per legge e per volontà degli elettori.
L’assurdità finale è che di questo deve rispondere la Lega attuale con fondi che non c’entrano nulla con quelli dei tempi di Belsito. Penso che alla fine troveremo chi si accorgerà di simili assurdità e astrazioni giuridiche e ci darà ragione”.
Manzoni e Di Rubbia hanno assicurato, ancora una volta, che non c’è stato alcun dirottamento di fondi in Lussemburgo attraverso società schermate da una fiduciaria.
“Il teorema – ha spiegato Centemero – secondo cui la Lega avrebbe sottratto somme ai sequestri – oltre a essere smentito dai documenti, è una totale fesseria.
La circostanza che ci siano bonifici importanti ad alcune società è dovuto al fatto che pochi fornitori sono stati disposti a servire la Lega considerate le vicissitudini finanziarie e quindi gli importi a questi sono considerevoli.
La Lega, al momento del mio arrivo, sull’onda lunga dei finanziamenti pubblici ai partiti, contava su entrate tali da poter sostenere una macchina amministrativa composta da oltre 70 persone, mentre oggi conta solamente 7 dipendenti. E ciò è possibile grazie al supporto di commercialisti come Manzoni e Di Rubbia”.