Ha inaugurato la stagione d’opera del Carlo Felice “Il Trespolo tutore” di Alessandro Stradella. Composto nel 1679 per il Teatro del Falcone di via Balbi dal musicista romano, ritenuto grande in vita e ucciso trentottenne a Genova nel 1682 a colpi di pugnale in piazza Banchi, il “Trespolo” è uno dei primi capolavori dell’opera buffa, che testimonia il livello e il gusto musicale della Genova barocca: una commedia dell’arte nell’opera, che offre spunti di pura esilarante comicità accanto a momenti di tristezza e commozione.
Composta sul libretto di G. C. Villifranchi, la musica, come spiega il direttore dell’orchestra De Carlo, ci trasporta con ritmo incalzante tra mille equivoci e colpi di scena attraverso moderni panorami sonori che fanno presagire il romanticismo e oltre.
Coglie nel segno il contrasto tra la scenografia, giocata sui toni del grigio, di linearità moderna ed essenziale e il testo tipico dell’epoca,esaltato dalle voci degli interpreti, bellissime nel timbro e sapientemente modulate: singolare l’interpretazione di Ciro, il fratello “pazzo”, da parte di una donna.
La trama prende il via dalla volontà di Trespolo, tutore di Artemisia, di dare un marito alla sua pupilla, che già ne ha rifiutato parecchi.
In realtà la ragazza è innamorata proprio di lui, (che, ignaro di questo sentimento, aspira a Despina) e non è attratta dai fratelli Nino e Ciro, entrambi suoi pretendenti. Da questi preliminari si snoda una serie di vicende sentimentali basate su intrighi, equivoci, reticenze, dove per tutti esiste un partner desiderato ma nessuno viene ricambiato.
Alla fine si riuscirà a combinare a fatica due matrimoni: ma solo gli uomini riescono nell’intento di convolare con l’amata, mentre le donne sono costrette ad adattarsi al proprio destino, con un’apparente alzata di spalle. Come dichiara Artemisia, “l’amore è destino, non è volontà” e nessuna frase appare più amara e più azzeccata.
Un testo spesso difficile da comprendere per il linguaggio arcaico, con risvolti verbali e psicologici imprevedibili, comunque piacevole da gustare per la citata bravura degli interpreti nonché per la capacità sorprendente dell’autore di allineare il canto al parlato.
Una sorta di lungo sguardo sul tema dell’amore, con cui viene analizzata la fortuità del sentimento ed insieme rivelato il suo effetto sulle menti: l’amore può rendere folli ma anche risanare la pazzia.
I registi dello spettacolo, Gavazzeni e Maranghi, dichiarano: “La produzione de Il Trespolo tutore ci fa sentire parte di un progetto culturale importante e avvincente. Siamo grati al Teatro e alla città per questa opportunità entusiasmante che ci fa scoprire e amare Stradella, geniale e visionario musicista, determinante per tutta la musica che è venuta dopo di lui!”
Questo allestimento del Teatro lirico esprime anche l’impegno a sviluppare l’obiettivo statutario della “promozione della ricerca storico-artistica e scientifica in campo musicale.” un’occasione per la città di meditare sulla propria identità culturale.
E’ stata effettuata la registrazione dello spettacolo da parte di Sky Classica per la diffusione a livello internazionale.
Direttore d’Orchestra Andrea De Carlo: regia Paolo Gavazzeni/Piero Maranghi; scene Leila Fteita; costumi Nicoletta Ceccolini; luci Luciano Novelli.
Personaggi e interpreti principali: Trespolo: Marco Bussi; Artemisia: Raffaella Milanesi; Nino: Carlo Vistoli; Simona: Juan Sancho; Ciro: Silvia Frigato e Despina: Paola Valentina Molinari. Elisa Prato