Marco Di Capua, primo cittadino di Chiavari nel dibattito politico della città replica alle dichiarazioni del gruppo politico “Noi di Chiavari” in merito al futuro della casa di riposo Torriglia e della zona attigua.
Così commenta il sindaco «Il gruppo di minoranza “Noi di Chiavari” parla sempre a sproposito cercando di generare confusione nei Chiavaresi e, in questo caso specifico, lo fa relativamente allo sviluppo delle aree del Torriglia. E’ noto che la mia amministrazione, sia nel programma elettorale sia all’interno del Piano Urbanistico Comunale adottato, ha deciso che nell’area Preli – Torriglia e sulla collina delle Grazie non vengano realizzate nuove residenze, diversamente dal PUC Levaggi.
In quella zona abbiamo pianificato impianti sportivi (tennis), parcheggi pubblici, aree verdi, passeggiata a mare, strutture ricettive (alberghi) e strutture riabilitative (ampliamento del Torriglia). Questo è ciò che abbiamo previsto in modo chiaro, indiscutibile e trasparente per lo sviluppo turistico e ricettivo della nostra città.
Come è noto, il Comune ha la competenza esclusiva sulla pianificazione e non certo sull’esecuzione delle opere se sono su area privata: sarà, quindi, l’Istituto Torriglia in autonomia a presentare i progetti che vorrà realizzare e che, ovviamente, dovranno essere compatibili con il nostro PUC e approvati dal Comune.
Il mio ruolo lo conosco bene, come del resto le norme statutarie del Torriglia. Se la minoranza vuole sapere cosa intende fare la Fondazione Torriglia, lo chieda direttamente al suo consiglio di amministrazione (dal momento che le delibere passano a maggioranza): perciò, appare assolutamente illogica e contraddittoria la richiesta di audizione del Presidente del Torriglia in commissione consiliare.
Fino a prova contraria, l’amministrazione comunale ha competenza sulla pianificazione. Credo, invece, che “Noi di Chiavari” dovrebbe rivolgersi direttamente all’istituto Torriglia, domandando se gli affittuari della collina abbiano adempiuto al contratto di affitto di 50 anni, sottoscritto durante il mandato Levaggi e dallo stesso declamato in pompa magna alla stampa, insieme all’allora cda, come l’unica salvezza dal degrado della collina». ABov