Torna, all’Auditorium San Francesco di Chiavari, il progetto di valorizzazione promosso da Lunaria Teatro in collaborazione con il Comune e col sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo. Si prevedono interventi di ammodernamento degli impianti e una nuova stagione di prosa della quale vengono ora proposti i quattro appuntamenti sospesi durante l’emergenza sanitaria.
Dunque, domenica 27 settembre alle ore 17.30, con “Oh mio Dio!” , commedia divertente e profonda, pervasa – nella migliore tradizione yiddish – da un umorismo sagace. Protagonisti due beniamini del pubblico, a formare una coppia inedita e fortissima: il decano del teatro italiano Piero Nuti (classe 1928) e Miriam Mesturino, con la partecipazione del giovane Gabriele Racca nel ruolo di Lior.
“Obiettivo Creatività”, il progetto per la valorizzazione dell’Auditorium San Francesco promosso da Lunaria Teatro e sostenuto dal Comune di Chiavari e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo – vincitore del bando Luoghi della Cultura 2019 – riparte, dopo l’emergenza sanitaria, proponendo dal 27 settembre al 21 novembre i quattro spettacoli inizialmente rinviati a causa del lockdown.
In questo testo ironico, intelligente e surreale di Anat Gov, una delle più importanti drammaturghe israeliane, la psicologa Ella, laica, ma desiderosa di una fede, madre single di un ragazzino autistico, riceve un paziente speciale, che dice di essere Dio. La donna inizialmente è perplessa, ma poi realizza di trovarsi veramente di fronte a Dio, un dio depresso, malato da 2000 anni, fragile seppur onnipotente, che sta meditando di spazzare il mondo con un nuovo diluvio universale.
In un dialogo-terapia scoppiettante, ricco di battute divertenti e acute, Piero Nuti e Miriam Mesturino affrontano problemi esistenziali, il mistero della creazione, la vita umana, le ingiustizie, i dolori, da due punti di vista contrapposti, quello di dio, deluso, e dell’uomo, schiacciato da un dio crudele.
Entrambi i personaggi sono forti ma estremamente fragili e trovano nella comprensione e nell’amore la via per affrontare dolori e delusioni, con un’apertura finale verso l’ottimismo, la fiducia e la speranza di momenti migliori, con il figlio di Ella, Lior, che per la prima volta riesce a dire “mamma”.
Dalle note di regia: «Un testo originale, pervaso nella migliore tradizione yiddish da un umorismo sagace, che diventa, battuta dopo battuta, una vera e propria argomentazione teologica. Dunque, al di là del paradosso da cui muove, qualcosa di molto serio. E di molto divertente». Anat Gov (1953-2012), una delle più interessanti drammaturghe israeliane, ha studiato recitazione e teatro presso l’Università di Tel Aviv. Si è poi dedicata alla scrittura guadagnandosi un posto tra i grandi drammaturghi israeliani.
Proprio “Oh mio dio!” è l’opera che l’ha resa celebre in tutto il mondo. Ha riscosso i più grandi successi trattando temi sociali, di genere (ad esempio, nell’opera del 1999 “Le migliori amiche”, l’amicizia femminile), esistenziali (l’opera del 2001 “Finale felice” tratta il rapporto di un paziente col proprio cancro). Finale felice è stata scritta quando la stessa Gov stava affrontando il carcinoma del colon-retto che, nel 2012, la porterà alla morte. Per quest’opera, alla Gov è stato assegnato il prestigioso Premio Nisim Aloni. ABov