Oggi a mezzogiorno, presso Palazzo Tursi, si terrà un incontro cruciale per discutere la chiusura del Moody. Parteciperanno i ventisei lavoratori licenziati, i sindacati e i rappresentanti dell’azienda responsabile della decisione di chiudere l’attività. L’incontro sarà mediato dall’assessore al Lavoro, Mascia, con l’obiettivo di trovare soluzioni per garantire agli ex dipendenti l’accesso agli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione.
Incendio e chiusura del Moody: i dettagli
Il locale Moody, situato nella zona di Genova Piccapietra, è stato colpito da un incendio l’11 settembre scorso. Il rogo, presumibilmente causato da un corto circuito nell’impianto di condizionamento, ha portato alla chiusura immediata del locale. Sebbene inizialmente si pensasse a una riapertura in pochi giorni, il Moody non ha più ripreso l’attività, lasciando i lavoratori e la comunità locale in una situazione di incertezza. La procura, sotto la direzione del pm Gabriella Marino, ha aperto un’indagine per fare luce sui dettagli dell’incendio, considerati ancora poco chiari secondo quanto riportato dai dipendenti stessi.
Proprietà e decisioni aziendali
La società proprietaria del Moody, appartenente a una holding svizzera che aveva rilevato l’attività dopo il fallimento di Qui Group, ha scelto la strada della chiusura definitiva. Piuttosto che investire nella riapertura e cercare nuovi partner finanziari, l’azienda ha optato per trasferire i dipendenti in altre sedi sparse sul territorio nazionale, in regioni come Sardegna e Veneto. Tuttavia, questa proposta è stata finora respinta dai lavoratori, per i quali i trasferimenti rappresentano una soluzione poco praticabile.
Prospettive e supporto ai lavoratori
L’incontro odierno rappresenta un momento decisivo per definire possibili interventi a favore dei dipendenti, tra cui l’attivazione di misure di sostegno come la cassa integrazione. Le trattative con l’assessore Mascia saranno cruciali per cercare di mitigare le conseguenze della chiusura e trovare soluzioni che possano evitare la perdita definitiva dei posti di lavoro. Oggi, dopo la scorsa mobilitazione di Filcams CGIL, toccherà a tutte le sigle sindacali essere presente all’incontro a Tursi.