La Procura di Genova indaga per lesioni colpose e incendio colposo dopo il rogo divampato l’11 settembre nel locale caldaia del bar ristorante Moody in pieno centro città. Al momento, il fascicolo è a carico di ignoti.
Dopo l’incendio il locale non ha più riaperto. I 26 lavoratori nei giorni scorsi hanno organizzato un presidio davanti al Moody e interrotto il dibattito tra i candidati alla presidenza della Regione Liguria a Palazzo Ducale.
Tre le persone che erano rimaste intossicate: l’operaio che stava seguendo una manutenzione alla caldaia, un dipendente e una cliente.
Le fiamme, secondo una prima ricostruzione, sarebbero partite dall’apparato di coibentazione della caldaia.
Gli inquirenti, però, vogliono approfondire anche altri aspetti legati alla chiusura senza alcuna apparente ragione.
Il locale è di proprietà della società Azzurra 95, la cassaforte dell’imprenditore nel settore dei buoni pasto Gregorio Fogliani e della moglie Luciana Calabria.
Le quote sono state sottoposte a sequestro preventivo a fini di confisca dopo l’inchiesta sul crack della Qui!Group, il colosso dei buoni pasto guidato da Fogliani.
In queste settimane la Procura sta definendo i patteggiamenti di tutti i membri della famiglia Fogliani. Dopo il fallimento il locale aveva riaperto con il gruppo Ten Food & Beverage.