“Mi picchiava perché non voleva che mi truccassi e vestissi alla moda come le mie amiche italiane. Mi vietava di uscire di casa con loro, anche di giorno. Voleva scegliere lui come dovevo vestirmi. Io mi vergognavo e volevo scappare via. Ha picchiato anche la mamma, che aveva provato a difendermi”.
E’ la sintesi delle dichiarazioni di una 15enne di origine marocchine, residente nel Ponente genovese, rese agli investigatori dello speciale nucleo anti-violenza della Squadra Mobile di Genova, che sono emerse a seguito del caso registrato ieri pomeriggio a Genova per cui sono stati informati anche i Servizi sociali del Comune (v. articolo precedente).
Un operaio marocchino, apparentemente integrato, ha picchiato e preso a bastonate la moglie e la figlia perché si erano permesse di comportarsi “troppo all’Occidentale”. Madre e figlia sono state accompagnate in ospedale al Villa Scassi con un’ambulanza perché hanno riportato ferite e contusioni. La studentessa è stata giudicata guaribile in una quindicina di giorni, la mamma in sette giorni.
Le vessazioni andavano avanti da anni. Gli inquirenti hanno quindi arrestato il marocchino violento con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.
Alle poliziotte della questura, le vittime hanno raccontato le pesanti angherie e le botte che erano state costrette a subìre da tempo “perché lui non voleva che ci legassimo troppo al modo di vita Occidentale” e hanno ribadito: “Vestiti troppo scollate o gonne corte erano assolutamente vietati per entrambe”.
Loro volevano lasciarlo, ma il marito e padre padrone non glielo aveva permesso con minacce e violenza.
Altro che integrazione, emancipazione e diritti delle donne.