Varie associazioni di animalisti fra cui GAIA Animali e Ambiente e Animalisti genovesi avanzano una proposta incruenta sulla situazione dei cinghiali a Genova.
“Con riferimento alla situazione della presenza, più o meno elevata, si legge in una lettera aperta inviata alle istituzioni. une aree della città e dei conseguenti allarmi di una parte della cittadinanza, le scriventi associazioni vorrebbero con la presente contribuire a trovare nuove soluzioni idonee e suggerire l’applicazione di prescrizioni già esistenti ma mai attuate, al fine di ridurre o meglio bloccare gli interventi cruenti nei confronti di questi animali.
A tale proposito ricordiamo la sentenza del TAR del 2017 che recita “gli interventi di controllo della fauna selvatica effettuati in ambito urbano avvengono previa ordinanza prefettizia o sindacale” e comunque ogni intervento cruento, dovrebbe essere anticipato da una serie di operazioni ecologiche di prevenzione.
La presenza degli ungulati in città è una realtà da più di un decennio eppure le politiche di contenimento attraverso gli abbattimenti, dopo cattura e trasporto fuori dal contesto urbano, seppure intensi nonostante alcune erronee notizie circolate, non hanno portato alla risoluzione del problema e sono rischiose dal punto di vista del contenimento della PSA.
A nostro parere occorre intervenire concretamente sulla base di tutte le linee guida che trattano la materia, oltre che dalle indicazioni di etologi e zoologi quali il prof. Francesco De Giorgio o il prof. Andrea Mazzatenta, nei seguenti modi:
– Individuazione, nelle aree più a rischio di ingresso dei cinghiali su strade urbane, di tutti i varchi aperti e chiuderli con reti elettrosaldate ancorate a terra o rimovibili (dipende dalle situazioni) con periodico monitoraggio.
Sono noti alcuni punti del torrente Geirato, del torrente Sturla, i confini del Righi e di altre zone collinari con la città, prendendo esempio dall’intervento effettuato con successo nella zona collinare di Pegli su indicazioni del Prof. Andrea Marsan (allegata foto).
– Valutare l’installazione, in alcuni punti di passaggio particolari, di nuovi sistemi di dissuasione chiamati “cattle guards”, utilizzati all’estero da tempo e recentemente adottati alle Cinque Terre (allegate foto, si possono installare di varie dimensioni).
– Proteggere i cassonetti dei rifiuti installando al più presto contenitori antiribaltamento o mettere in sicurezza quelli esistenti.
– Campagna di informazione capillare per sensibilizzare le persone che nutrire gli animali selvatici fa loro perdere i naturali istinti, il che significa che finiscono per vivere in condizioni disagiate in contesto urbano e perdono il timore per l’uomo.
– Incrementare vigilanza e sanzioni a chi getta cibo o semplicemente rifiuti fuori dai cassonetti o nei torrenti. Soprattutto in questo periodo estivo monitorare che sulle spiagge non venga assolutamente abbandonato cibo.
– Accettare l’idea di coesistenza con questi animali, e anche con altri selvatici, sviluppando diffuse campagne di corretta informazione etologica verso i cittadini, anche con incontri pubblici, in modo che sappiano come comportarsi nel caso ne incontrino, con il fondamentale contributo di etologi e zoologi, con il supporto di associazioni animaliste, di volontarie e volontari che abbiano esperienza sulla convivenza con gli animali selvatici.
Come già sono in corso in Val Bisagno , per iniziativa di privati di cittadini volontari, a cura dell’etologo Francesco De Giorgio.
– Che il Comune si impegni a prendere contatto con la Regione Liguria e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale perché chiedano lo stanziamento di adeguati fondi al Ministero della Salute per la sperimentazione sul campo, anche in Liguria, del vaccino immuno-contraccettivo GonaCon, così come già richiesto con approfondita proposta dall’associazione GAIA Animali e Ambiente in una recente audizione in Commissione regionale.”