“Il consigliere di minoranza ed ex candidato alla guida della nostra regione, Ferruccio Sansa, ha dato vita a una ‘class action’ contro Autrostrade, per i disagi causati in questi anni, dal tragico crollo del Ponte Morandi in poi.
L’idea è sicuramente strampalata e distaccata dalla realtà, ma ricordiamo al consigliere Sansa che Regione Liguria nulla può in merito e non deve venire ‘tirata per la giacchetta’ in mezzo a questioni delicatissime che non la vedono parte in causa.
Come, invece, Ferruccio Sansa millanta quando tenta di addossare le colpe dell’attuale situazione a questa giunta affermando: ‘la risposta di Autostrade e di Regione Liguria è assolutamente insufficiente’.
Il consigliere regionale di minoranza mente, come sempre, sapendo di mentire e cercando un’inutile polemica pretestuosa per ‘sparare’ una proposta totalmente velleitaria e propagandistica”.
Lo hanno dichiarato ieri i consiglieri regionali di Cambiamo con Toti.
Liguri danneggiati, Sansa e Crucioli: class action da 1.5 miliardi contro Autostrade
“Sì – hanno spiegato i totiani – perché anche Sansa lo sa che questa ‘sparata’ a nulla serve e nessuno risarcirà.
Si tratta soltanto di un tentativo, maldestro e sbilenco, di gettare un sasso nello stagno della notorietà per far vedere al mondo che c’è anche lui: in perenne difficoltà e in costante ricerca di quella visibilità che un amministratore dovrebbe senza dubbio mettere da parte in un momento storico di grande difficoltà come quello attuale.
Questa ennesima ‘uscita’ di Sansa, peraltro, non tiene minimamente conto delle basilari nozioni del diritto.
‘Chiediamo mille euro per ogni ligure’, dice, un risarcimento per ogni cittadino della nostra regione, erogato a caso senza conoscere se la persona ha realmente avuto dei danni, senza sapere se il danno ricevuto sia in qualche modo dimostrabile (come la legge esige di sapere) e senza essere minimamente in grado di ricostruirne la reale entità.
In questo modo chiunque potrebbe avanzare una richiesta, non suffragata da prove tangibili, e far diventare un tema serissimo da affrontare nelle sedi opportune, una fonte di reddito, peraltro declinando il tutto in un contesto giuridico da bar dello Sport”.