Cocco Bill il personaggio dei fumetti degli anni ’50 e ’60. E’ un cow boy un po’ bizzarro che beve camomilla e si inciampa sempre tra margherite e salami disegnati dal suo inventore Benito Jacovitti. Chi lo ricorda? La sua nascita risalire al 28 marzo del 1957. Quel lontano giorno compare per la prima volta sul primo numero de “Il Giorno dei Ragazzi”, il supplemento del quotidiano “Il Giorno” che veniva distribuito il giovedì gratuitamente.
Cocco Bill è un pistolero, un cowboy di provata integrità morale, sempre impegnato a difendere la legge: la sua specialità è l’amore per la camomilla, che beve al posto del tradizionale whisky quando si reca nei saloon e lascia fuori il suo cavallo, dal nome che è tutto un programma: Trottalemme. La sua famosa frase che grida nei momenti difficili è “Mondo pistola!”. A proposito di armi, il nostro cow boy butta la pistola in aria e con un’altra pistola spara in direzione del grilletto della prima, in modo che questa spari a sua volta e colpisca i nemici.
L’abilità con le pistole è uno dei sui tratti migliori e divertenti. Con le pistole, Cocco Bill è in grado di dare vita a prodezze eccezionali: a colpi di revolver il cowboy può addirittura cucinare una quaglia di grosse dimensioni, oppure spegnere le micce dei candelotti di dinamite che vengono gettati dai banditi.
Jacovitti si difese sempre sulle critiche all’uso dell’arma del suo personaggio, puntualizzando che non poteva essere considerata violenza: un nemico che, dopo essere stato ucciso, fa le capriole e dopo essere entrato nella cassa da morto cammina nella bara stessa con i piedi e le mani che spuntano fuori dai lati laterali, non è violenza ma il senso ironico di prendere in giro anche la morte.
Cocco Bill, non può non essere violento, anche se la regola che domina è la legge del più forte. Il risultato, in ogni caso, non fa certo paura, anzi è molto comico e divertente; tutto è assolutamente iperbolico: può capitare che il nostro pistolero, mentre è intento a bere una camomilla all’interno di un affollato saloon, venga preso in giro e come risposta sfoderi un pugno tale da rompere i denti di chi ha osato seccarlo.
La creatura di Jacovitti vive in un Far West assurdo e idealizzato, anche se ci sono tutti gli stereotipi classici, dalle diligenze agli indiani, dai banditi agli sceriffi: stereotipi che, però, sono rivisitati e reinterpretati in chiave scorretta ed ironica. Nel suo Far West le figure che compaiono ogni tanto sono quelle di Osusanna Ailoviù, una spasimante il cui amore non è ricambiato, i sette Kuknass Brothers, temibili nemici, oltre a Bunz Barabunz.
Anche gli indiani Ciriuàcchi, così come i Piedi Neri, spuntano in più di un’occasione: si tratta di nativi americani dal linguaggio bizzarro come tutto l’insieme, simile al napoletano. Per concludere possiamo dire che questo cowboy, con le maniche della camicia sempre ripiegate fino al gomito, fa una vita da scapolo, con un rapporto complicato nei confronti del genere femminile.
Tra le storie più divertenti si ricordano “Cocco Bill e gli Apaciones”, “Cocco Bill nella foresta”, “Il corsaro”, “Il Cocco bello il brutto e il cattivo”, “Coccobillevolissimevolmente”, “Cocco brillo”, “Cocco Bill controcorrente”, “Occhio di Pollo e i polli con l’occhio”, “Cocco Bill fa sette più”, “Per un po’ di camomilla”, “Jacovittevolissimevolmente Cocco Bill”, “Cocco Bill: Cocco Patata”, “Cocco Bill: Ciccicoccomac”, “Cocco Bill: Coccopepite”, “Cocco Bill contro sé stesso”, “Coccobillaggini”, “Coccobillando!” e “Cocco Bill: diquaedilà”. ABov.