“Ognuno commemora i morti come vuole, ma l’apologia del terrorismo è una cosa intollerabile”.
E’ quanto ha affermato Massimo Coco, secondo quanto riportato oggi dall’agenzia Ansa.
E, aggiungiamo noi, non si capisce perché i magistrati non siano tempestivamente intervenuti, almeno aprendo un fascicolo sul caso che ha indignato molti.
Emergenza Covid-19, ma loro oggi omaggiano terrorista BR e assassino di Guido Rossa
Il figlio del procuratore generale di Genova Francesco Coco, assassinato dalle Brigate Rosse l’otto giugno 1976, ha reagito così al post pubblicato su Facebook dall’ex dirigente della colonna romana delle BR Barbara Balzerani, che l’altro giorno in piena emergenza coronavirus si è preoccupata di rendere omaggio alla bestia assassina Riccardo Dura rimasto ucciso la notte del 28 marzo 1980 durante il conflitto a fuoco con i carabinieri in via Fracchia a Genova.
Al post dell’ex terrorista sono seguiti decine di commenti. Quasi tutti col pugno alzato per rendere “onore ai compagni caduti”.
Occorre ricordare che tra le vittime di Riccardo Dura vi furono, oltre a Francesco Coco, il commissario di Polizia Antonio Esposito e il sindacalista genovese della Cgil Guido Rossa.
Inoltre, il terrorista delle Brigate Rosse partecipò anche all’omicidio del tenente colonnello dei Carabinieri Emanuele Tuttobene e dell’appuntato Antonino Casu, che avvenne il 25 gennaio 1980 in via Riboli a Genova Albaro.
“Bisogna smetterla – ha aggiunto il figlio dell’alto magistrato genovese – di dare una versione distorta di come andarono i fatti, una versione che continua a circolare.
Queste persone, questi ‘ex’ terroristi sono in libertà e sono liberi di dire quello che vogliono e poi noi dobbiamo stigmatizzare.
Mi chiedo però perché Facebook non interviene rimuovendo i post?
E, ancora, perché quando un boss scrive qualcosa c’è una levata di scudi da parte di tutti e quando succede a noi invece nessuno si indigna?”.
Anche l’Associazione vittime del terrorismo ha chiesto l’intervento della magistratura e ha pubblicato su fb il seguente post.
“Barbara Balzerani ha pubblicato sabato 28 marzo un post sul suo profilo Facebook pubblico, con la data 28 marzo 1980 seguita da un cuore, per ricordare Riccardo Dura, che ha ricevuto 399 like, 67 commenti e 20 condivisioni.
Non contenta, ha pubblicato un nuovo post domenica 29 marzo con la fotografia della lapide di Riccardo Dura presso il cimitero di Staglieno di Genova con accanto un mazzo di fiori rosso.
Nel suo post scrive ‘Fiori freschi e memoria viva!’. A cui si aggiungono ad oggi 495 like, 37 commenti e 52 condivisioni.
Si ricorda che Riccardo Dura, capo della colonna brigatista genovese è morto il 28 marzo del 1980 nel blitz dei carabinieri nel covo di via Fracchia a Genova e partecipò materialmente a diversi omicidi di vittime genovesi del terrorismo fra i quali nel 1979 quello del sindacalista Guido Rossa.
La brigatista trova così l’ennesimo modo per offendere gli italiani commemorando un terrorista, uno spietato assassino mentre l’Italia piange le tante migliaia di cittadini uccisi da coronavirus.
I due post hanno ricevuto in poche ore 1000 like e centinaia di condivisioni con commenti e scritte rievocative inneggianti al periodo. Molti i pugni chiusi e i cuori rossi e alcune frasi più che preoccupanti:
‘Come dimenticare… Non si può… la memoria va portata avanti finché esisterà la nostra generazione, affinché le nuove sappiano la storia nascosta di questo regime’ nonché avvertimenti minacciosi ‘sono passati 40 anni e noi non dimentichiamo mandanti ed esecutori della strage di Stato! Onore ai compagni combattenti!’.
Altri sottolineano che sono stati ‘uccisi mentre erano a letto’ oppure che non bisogna ‘mai dimenticare nell’eventualità di una resa dei conti’.
Invitiamo la magistratura a intervenire”.