Home Cronaca Cronaca Genova

Cold case del trapano, lunedì il carrozziere in Tribunale a Genova

Maria Luigia Borrelli (foto di repertorio)

Fortunato Verduci, il carrozziere 65enne accusato di essere l’autore del cold case denominato “Delitto del trapano”, lunedì sarà presente in tribunale a Genova, dove verrà conferito l’incarico alla dottoressa dell’Istituto di Medicina Legale di Torino che dovrà comparare il suo dna con quello di “Uomo 1” trovato sulla scena del crimine.

L’omicidio di Luigia Borrelli avvenne il 5 settembre 1995.

L’infermiera e prostituta genovese venne trovata con ferite al collo e al petto procurate con la punta di un trapano, in un “basso” di vico Indoratori, nel cuore del Centro storico, dove esercitava la professione più antica del mondo.

Per quasi trent’anni il delitto, tra false piste e errori nelle indagini, è rimasto irrisolto.

L’indagato sarà accompagnato dai suoi nuovi avvocati difensori. La pm Patrizia Petruzziello ha comunque disposto nei suoi confronti l’accompagnamento coattivo, oltre che l’esecuzione coattiva del prelievo, nel caso il carrozziere dovesse rifiutarsi.

All’udienza assisterà, collegato in videoconferenza, anche l’ex capo dei Ris Luciano Garofano in qualità di consulente della Procura genovese.

Verduci è al momento libero dopo che anche la Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta di carcerazione della pm.

Le motivazioni della Corte non sono state ancora rese note, ma è stato confermato il verdetto del Tribunale del Riesame che aveva respinto il primo ricorso perché negli anni trascorsi dal delitto Verduci non avrebbe mai dato segni di violenza, motivo per cui sarebbero insussistenti le esigenze cautelari.

A riaprire le indagini, nel 2021, è stata la Procura di Genova, che dopo una serie di tentativi andati a vuoto stava per chiudere definitivamente il fascicolo, quando, grazie al dna, ha individuato Verduci, carrozziere di Staglieno, come possibile assassino di Maria Luigia Borrelli.

Le tracce di dna sono state trovate sui mozziconi di sigaretta lasciati in vico Indoratori e su alcune tracce ematiche, anche queste nel “basso” in cui è stata uccisa la vittima.