Home Cronaca Cronaca Genova

Cold case Nada Cella, proscioglimento Anna Cecere e ricorso. Domani l’udienza

Omicidio Nada Cella, dopo 25 anni una nuova indagine
Nada Cella (foto di repertorio fb)

“La sentenza impugnata è frutto di un gravissimo travisamento degli elementi di prova offerti dalla Procura a sostegno della richiesta di rinvio a giudizio”.

È quanto scrive l’avvocata Sabrina Franzone nella memoria in vista dell’udienza di domani davanti ai giudici della Corte d’Appello di Genova contro la sentenza di proscioglimento di Anna Lucia Cecere, l’ex insegnante indagata per l’omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria uccisa nel 1996 a Chiavari nello studio del commercialista Marco Soracco per cui lavorava.

“Il giudice – ha aggiunto l’avvocata Franzone – non solo non li ha recepiti o erroneamente valutati, ma in alcuni casi li ha completamente trasfigurati, tanto da compromettere irrimediabilmente la sentenza e senza avvedersi che il complesso generale degli elementi probatori a carico della Cecere è connotato da rilevante gravità, non solo in funzione della pluralità degli stessi, ma della loro univocità e non contraddittorietà”.

Lo scorso marzo la giudice Angela Nutini aveva prosciolto Cecere perché a suo avviso quelli raccolti dalla Procura di Genova sono soltanto dei “sospetti” che non possono “portare a formulare una ragionevole previsione di condanna”, come vuole la riforma Cartabia, e che renderebbero “inutile il dibattimento” visto il quadro probatorio per alcuni aspetti “contraddittorio e insufficiente”.

Il gup aveva prosciolto anche il commercialista e l’anziana madre Marisa Bacchioni (difesi dai legali dello studio Vernazza), accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni.

L’avvocato Andrea vernazza aveva ben spiegato che i sedicenti “nuovi” elementi appaiono aria fritta: “L’inchiesta nasce morta. Nessuno ha visto niente, le testimoni appaiono inattendibili. Se il commercialista Soracco avesse visto l’assassina sarebbe senz’altro intervenuto per fermarla. E poi c’è il rischio nullità perché un legale di Cecere non ha ricevuto alcuni atti. Soracco non era interessato a nessuno, voleva bene alla Cella a livello puramente di stima”.

Il fascicolo era stato riaperto nel 2021 dopo la rilettura dei vecchi atti da parte della criminologa Antonella Delfino Pesce e dall’avvocata della famiglia Sabrina Franzone.

L’inchiesta era stata affidata dalla pm Gabriella Dotto agli investigatori della Squadra mobile.

Per la Procura di Genova, Cecere (difesa dagli avvocati Giovanni Roffo e Gabriella Martini) avrebbe ucciso Cella perché voleva prendere il suo posto a lavoro e nel cuore di Soracco.

I giudici potrebbero decidere domani. La decisione potrà anche essere impugnata in Cassazione.