Storico via libera per smascherare gli inganni e favorire le produzioni d’eccellenza dei territori
Storico via libera all’etichetta con l’indicazione di provenienza su salami e prosciutti per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l’inganno della carne tedesca o olandese spacciata per italiana. La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.230 del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per “l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate”, è un tassello importante per garantire la tracciabilità delle produzioni, la sicurezza alimentare e sostenere le imprese di tutti i territori.
Il decreto sui salumi prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.
“È un grande passo avanti nella lotta alla concorrenza sleale dei falsi Made in Italy – affermano il Presidente di Coldiretti LiguriaGianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – prodotti che, oltre a non essere soggetti ai nostri stessi controlli, minano troppo spesso il mercato delle produzioni locali. In fatto di trasparenza l’Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa, anche sfruttando le opportunità offerte dalla storica apertura dell’Ue all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato membro con la nuova Strategia Farm to Fork nell’ambito del Green New Deal. Purtroppo la Coldiretti stima, che tre prosciutti su quattro venduti in Italia sono in realtà ottenuti da carni straniere senza che questo sia stato, fino ad ora, esplicitato in etichetta, a vantaggio di Paesi esteri. Nella nostra regione la produzione di carne e derivati dagli allevamenti di suini è una produzione di nicchia, portata avanti da una moltitudine di piccole aziende che sostengono i migliori standard di benessere degli animali, ottenendo perciò solo prodotti d’eccellenza, tracciabili e garantite, svolgendo inoltre una funzione importante di recupero e presidio del territorio.
La lotta per la massima trasparenza in etichetta può senza dubbio favorire la qualità delle nostre produzioni locali, ed anche per questo la nostra Organizzazione continua ad essere impegnata nella mobilitazione #MangiaItaliano per favorire l’economia nazionale nei mercati, nei ristoranti, negli agriturismi con il coinvolgimento di numerosi volti anche noti che hanno aderito insieme ad alcune industrie alimentari e di distribuzione commerciale rappresentate in Filiera Italia”.