Ieri a Genova è stato commemorato l’ottantesimo anniversario dell’eccidio di Forte San Martino.
La cerimonia, alla presenza del comandante provinciale dei Carabinieri generale di brigata Gerardo Petitto, del prefetto di Genova Cinzia Teresa Torraco, del sindaco Marco Bucci, di Giacomo Ronzitti presidente dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea “R. Ricci” e del presidente dell’Anpi è stata preceduta, in Via Gobetti, dalla deposizione della corona alla lapide che ricorda i Martiri, che ha visto schierati rappresentanze dell’Arma e delle Forze dell’ordine.
La cerimonia, ha voluto ricordare l’eccidio di 8 antifascisti genovesi e il coraggioso atto del Tenente dei Carabinieri Giuseppe Avezzano Comes e dei suoi uomini.
La mattina del 14 gennaio del 1944, nel piazzale antistante il Forte di San Martino, otto antifascisti che nella notte erano stati prelevati dal carcere di Marassi e processati sommariamente dal Tribunale Militare, furono uccisi dai nazifascisti per rappresaglia in seguito all’attentato compiuto la sera prima in via Venti Settembre da una squadra dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP), ai danni di due ufficiali tedeschi, uno dei quali rimase ucciso.
Gli otto genovesi, estranei all’accaduto perché arrestati in precedenza e in circostanze diverse come cospiratori, vennero uccisi da alcuni ufficiali nazisti e della Guardia nazionale repubblicana (Gnr), dopo che il plotone dei Carabinieri agli ordini del Tenente Giuseppe Avezzano Comes, incaricato dell’esecuzione, si era rifiutato di aprire il fuoco contro di loro non riconoscendo la legittimità dell’ordine, di chi lo impartiva e del tribunale che lo aveva emesso.
I loro nomi: Dino Bellucci, 32 anni, professore; Giovanni Bertora, 31 anni, tipografo; Giovanni Giacalone, 53 anni, straccivendolo; Romeo Guglielmetti, 34 anni, tranviere; Amedeo Lattanzi, 53 anni, giornalaio; Luigi Marsano, 33 anni, elettricista; Guido Mirolli, 49 anni, oste; Giovanni Veronelli, 57 anni, operaio.
Il tenente Avezzano Comes, disarmato e percosso dalle SS, venne arrestato e rinchiuso in carcere fino alla resa dei nazifascisti.