“Commissione regionale d’inchiesta sulla situazione Covid-19. Stamane si è svolta la prima riunione. In sostanza, è emerso che nella fase 1 la Liguria si è mobilitata subito compatibilmente all’ondata di contagi e nonostante i ritardi e l’impreparazione del Governo. In tal senso, non finiremo mai di ringraziare tutti i nostri operatori sanitari”.
Lo ha riferito oggi il vice capogruppo regionale e membro della commissione Paolo Ardenti (Lega).
“Le Regioni italiane – ha spiegato Ardenti – ora sono in attesa del nuovo Piano pandemico nazionale per poter declinare i Piani regionali.
Infatti, l’ultimo Piano nazionale, peraltro realizzato su indicazione dell’Oms, risale al 2009.
Affinché Regione Liguria, come altre Regioni, possa aggiornare il suo Piano occorrono però dei fondi che finora, purtroppo, non sono stati messi a disposizione dal Governo (negli ultimi anni il fondo sanitario ha visto una riduzione di 37 miliardi di euro).
In commissione regionale è poi emerso che mediamente, in Liguria, durante la fase 1 dell’emergenza coronavirus, il consumo di ‘Dpi’ alla settimana è stato tanto quanto ne era stato consumato nei 12 mesi precedenti. In pratica, il consumo di ‘Dpi’ alla settimana era aumentato fino a 150 volte di più.
Inoltre, è stato evidenziato che il 12 febbraio era stata correttamente creata subito la ‘task force’ regionale Covid-19, come da indicazioni ministeriali (a fine gennaio Regione Liguria aveva già programmato momenti di formazione in preparazione a una eventuale crisi epidemica).
Tuttavia, il 14 febbraio i responsabili del Cdc europeo avevano dichiarato che il rischio era basso/moderato e i vertici di Oms e ministero della Sanità non avevano dato allarmi differenti.
Ciò nonostante, la Liguria si era mobilitata in modo tempestivo.
In tal senso, vorrei fare un grande plauso all’Evangelico di Genova Voltri, che su indicazioni di Alisa era stato il primo a reagire alla difficile situazione dando un valido supporto anche alle Asl territoriali e facendo così guadagnare tempo prezioso nell’organizzazione della battaglia contro il Covid-19.
Un supporto importante, da parte delle nostre Asl, era stato dato anche alle navi ferme in quarantena nei porti di Genova e Savona, che avevano registrato numerosi casi positivi con la necessità di posti letto, anche in terapia intensiva, negli ospedali del nostro territorio”.