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Concessioni balneari, Pastorino: associazioni ricreative abbandonate e penalizzate

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Capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa)

“Il 31 dicembre 2023 scadono le concessioni balneari e l’Italia dovrà adeguarsi alla direttiva dell’Unione Europea 2006/123/CE Bolkestein, nonostante le proroghe richieste e le procedure di infrazione.

Una vera e propria ingiustizia. Mentre infuriano le polemiche sull’applicazione della direttiva Bolkestein i Governi che si succedono alla guida del Paese stanno di fatto massacrando le realtà no profit presenti sui nostri litorali.

Stiamo parlando di associazioni sportive, ricreative e dilettantistiche che negli anni hanno visto il progressivo aumento dei canoni da 360 euro a circa 3500 con l’aggiunta di una cauzione che parte dai 5mila euro a salire”.

Lo ha dichiarato il capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea condivisa), oggi presente in commissione regionale III (Attività Produttive) e IV (Territorio e Ambiente).

“Si tratta di realtà – ha aggiunto Pastorino – composte in maggioranza da persone pensionate e svolgono sul territorio attività di carattere sociale, di mantenimento e conservazione di parti del nostro litorale, di ausilio ai quartieri. Realtà che spesso rappresentano l’unica possibilità di avere in determinate aree della nostra regione momenti di svago, di socializzazione e di dialogo.

L’Italia è unico Paese europeo che non pone un limite alle spiagge in concessione, lasciando alle Regioni queste scelte. In Liguria le spiagge con stabilimenti balneari sono 1178 e quelle a libera fruizione 118 (70% della superficie occupata secondo Legambiente).

Una situazione assurda su cui come Consigliere Regionale sono più volte intervenuto ma ad oggi non si è trovata ancora una soluzione con il rischio che queste associazioni e realtà chiudano i battenti lasciando senza un luogo di socializzazione migliaia di persone anziane e non solo.

La strategia sui nostri litorali va ripensata, non esistono solo gli stabilimenti balneari che, rispetto alle associazioni no profit, svolgono attività a scopo di lucro e pagano canoni in percentuale più bassi.

Prendere soldi a chi ne ha meno e oltretutto svolge anche un’attività sociale è impensabile. L’ho sottolineato anche stamattina durante l’audizione, da me richiesta, in commissione III e IV con le associazioni del territorio.

Abbiamo chiuso la commissione con l’impegno di sentire nuovamente l’Assessore Scajola, il CONI e le diverse realtà ricreative nazionali a cui sono iscritte moltissime di queste società”.