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Condannato per furto e rapina evade dalla semilibertà, la rabbia del Sappe

Detenuto aggredisce infermiera al reparto psichiatri del San Martino
Polizia Penitenziaria (foto di repertorio)

Un 30enne condannato per reati come furto, rapina e maltrattamenti in famiglia e in semilibertà per lavorare non è rientrato al carcere di Marassi.

A denunciarlo il Sappe, Sindacato Autonomo polizia penitenziaria segnalando che si tratta del terzo detenuto in permesso che evade da Marassi in pochi giorni.

E’ il segretario del Sappe Donato Capece che invita a “predisporre al ministero della Giustizia un tavolo tecnico urgente di tutti gli attori in causa: magistratura, autorità penitenziarie, polizia penitenziaria per mettere in campo, con la competenza e il contributo di tutti, una strategia comune, capace di rispondere in maniera più incisiva alle esigenze di sicurezza delle strutture e anche del territorio, dal momento che taluni detenuti che non rientrano ad esempio dal permesso, di sicuro rientrano nel loro territorio a delinquere! E questo, per una societa’ civile, non e’ ammissibile, tollerabile”.

“Serve un potenziamento dell’impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna – prosegue Capece – previa una dotazione organica dei Reparti della Liguria. A nostro avviso è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio, anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria”.

Dello stesso avviso è il consigliere comunale e della Lega e responsabile Liguria dipartimento sicurezza e immigrazione della Lega Davide Rossi che dichiara: “Dopo l’ennesimo caso di detenuti che non rientrano quando concordato è evidente e sotto gli occhi di tutti la condizione imbarazzante e difficoltosa in cui sono costretti a lavorare gli agenti di polizia penitenziaria e il personale, oltre che le numerose violenze che sono costretti a subire e drasticamente aumentate in Italia e a Genova in quest’ultimo anno.

Sarebbe il caso che il governo prendesse la decisione di aumentare l’attenzione e investire sulla qualità del lavoro oltre che alla creazione di un piano assunzioni per la polizia penitenziaria in modo da migliorare la condizione lavorativa come hanno fatto notare più volte i sindacati”.