“Al momento non ci stiamo muovendo nella direzione di installare foto-trappole per scovare chi abbandona rifiuti illegalmente, ma la gestione della materia dal punto di vista normativa è in divenire”.
Lo ha precisato ieri l’assessore comunale alla Sicurezza e Polizia locale di Genova Sergio Gambino (FdI) durante il consiglio comunale rispondendo a un’interrogazione del consigliere di maggioranza Federico Barbieri (Genova Domani).
Il consigliere ha chiesto alla giunta Bucci di riferire in merito alla possibilità di installare delle telecamere nascoste in una zona particolare della città, via Timavo, nel quartiere di San Martino, soggetta all’abbandono di rifiuti ingombranti.
L’assessore Gambino ha ampliato la discussione spiegando perché le foto-trappole non possono essere considerate una soluzione. La motivazione è legata agli ultimi cambiamenti della normativa di settore.
“Recentemente l’abbandono di rifiuti è passato da essere un reato amministrativo a essere un reato penale – ha spiegato Gambino – questo significa che se dovessimo applicare la legge ci sarebbero centinaia di procedimenti che sarebbe la procura a dover gestire, creando degli ingorghi negli uffici, con in più il problema della conservazione dell’oggetto del reato, ossia i rifiuti”.
Il Comune di Genova ha posto la questione alla Procura e ha ricevuto l’indicazione di accertare il reato sulla base non del codice penale ma della violazione al codice della strada, quindi restando nei confini del reato amministrativo.
“Ma per accertare questo tipo di violazioni è necessario farlo in flagranza di reato oppure con gli strumenti omologati, ossia tutor e telelaser, non certo fototrappole” ha chiarito l’assessore Gambino, che esclude al momento una strategia basata sugli occhi elettronici nascosti per contrastare l’abbandono di rifiuti o l’errato conferimento della differenziata.