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Consiglieri Lega a moralizzatore Sansa: nessuna gogna, non siamo come te

Capogruppo regionale Ferruccio Sansa (foto d'archivio)

“Se il capogruppo regionale Ferruccio Sansa fosse coerente con la sua stessa logica da Robespierre oggi dovrebbe dimettersi, ma la Lega, al contrario di Robespierre-Sansa, non mette nessuno alla gogna perché ritiene che la presunzione d’innocenza prevista dalla nostra legislazione fino al terzo grado di giudizio sia una cosa seria. Restiamo garantisti”.

Lo hanno dichiarato oggi i consiglieri regionali della Lega, commentando il caso giudiziario che riguarda l’avvocata Maria Valeria Valerio, moglie del capogruppo regionale Ferruccio Sansa, indagata dalla Procura di Genova insieme a un frate abitante a Bogliasco per circonvenzione di incapace nei confronti di una facoltosa perpetua 95enne.

Moglie indagata, sequestrato conto a Sansa. Le carte dell’inchiesta

“Il ‘moralizzatore’ – hanno aggiunto i leghisti – che nelle ultime ore ha chiesto le dimissioni di Alessandro Piana per un caso in cui il vice presidente di Regione Liguria non è nemmeno indagato, se fosse coerente con le sue stesse idee, alla luce dell’inchiesta della Procura di Genova su una possibile circonvenzione di incapace che coinvolge la moglie con relativo sequestro del conto corrente e sospensione dall’Ordine degli Avvocati, dovrebbe applicare sul suo caso le stesse teorie da neo Robespierre che predica per altri.

Ferruccio Sansa ha trasformato più volte l’aula del consiglio regionale in un tribunale inscenando veri e propri ‘linciaggi’, non solo nei confronti del vicepresidente Alessandro Piana. Posizioni, peraltro, da cui la minoranza e il suo stesso gruppo consiliare hanno più volte preso le distanze.

La Lega, al contrario di Robespierre-Sansa, non mette nessuno alla gogna perché ritiene che la presunzione d’innocenza prevista dalla nostra legislazione fino al terzo grado di giudizio sia una cosa seria. Restiamo garantisti e al capogruppo regionale Ferruccio Sansa auguriamo che, insieme alla moglie, riesca a dimostrare la più completa estraneità ai fatti”.