Nel fine settimana appena trascorso i controlli messi in campo e implementati anche su disposizione del Direttore della 1^ Zona Polizia di Frontiera Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, dr. Sebastiano Salvo, hanno visto il Settore Polizia di Frontiera, sempre con il prezioso e costante supporto dell’Esercito, passare al setaccio tutti i valichi della nostra zona confinaria: Ponti San Ludovico e San Luigi, Stazione Ferroviaria e Barriera Autostradale.
Infatti la lotta all’immigrazione clandestina prosegue senza sosta e l’operato di uomini della Polfrontiera ne è la testimonianza tangibile: il trasporto illecito di stranieri, da parte di personaggi senza scrupoli, sempre dietro la corresponsione di lauti compensi, sembra non conoscere alcuna crisi.
Proprio il lucrare sulla disperazione altrui muove gli agenti a mettere in campo ogni risorsa al fine di contrastare, quanto più possibile, un fenomeno che è sempre alla ribalta delle cronache.
Nel caso specifico erano circa le 00.15 del 16 giugno quando, nei pressi della barriera autostradale in uscita dal territorio nazionale, gli uomini del Settore vedevano sopraggiungere un veicolo a velocità sostenuta, una BMW 120D immatricolata in Italia.
Pertanto procedevano ad intimargli l’ALT, con il fondato presentimento di trovare qualcosa di irregolare.
All’interno del mezzo, in qualità di autista, si trovava K. M., ventinovenne marocchino regolarmente residente in Italia, ma anche 3 tunisini – H. D, M. A. e D. A. due sedicenti e solo uno munito di regolare passaporto, peraltro scaduto ad aprile.
Tutti venivano condotti in ufficio al fine di procedere con le formalità di rito a seguito delle quali emergeva chiaramente che due dei trasportati (H. D. e M. A.) erano colpiti da decreto di espulsione (del 2017 e del 2018) e, pertanto, non avrebbero potuto far rientro in Italia prima che fossero trascorsi i cinque anni previsti dalla legge.
A questo punto si formalizzavano i tre arresti: uno per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e due per rientro in contravvenzione all’espulsione.
I tre, quindi, venivano processati per direttissima presso il Tribunale di Imperia, dove venivano convalidati gli arresti.
L’eccellente lavoro che tutti i miei uomini fanno quotidianamente – dichiarava il dr. Santacroce – rimarca l’impegno e l’attenzione sempre ai massimi livelli che, congiunti a professionalità e dedizione, conducono ad un servizio esemplare per la collettività.