Home Politica Politica Italia

Cori choc Macerata, Boldrini li condanna. Salvini e Meloni: loro vermi, i 3 nigeriani bestie

Lesa maestà Boldrini, citato per danni sindaco Pontinvrea Camiciottoli
Laura Boldrini

“Anche quest’anno, il 9 febbraio, ho celebrato il Giorno del ricordo per le vittime delle Foibe. Quanto ai cori di un gruppo isolato all’interno della bella manifestazione di Macerata, esprimo la mia più ferma condanna”.

“Ma che belle son le foibe da Trieste in giù”: anche se con un po’ di ritardo, è arrivata anche la pubblica condanna da parte di Laura Boldrini (LeU) che oggi pomeriggio su Facebook e Twitter ha commentato così la vergogna dei cori choc, pieni d’odio contro le vittime dell’Olocausto italiano, cantati ieri durante il corteo organizzato dagli Antifa a Macerata e in altre città italiane, dove sono stati pure affissi striscioni inneggianti alle foibe e al macellaio comunista Tito.

Se da un lato l’ex presidente della Camera ha preso posizione sulla vergogna di Macerata e sulla tragica pagina delle foibe per troppo tempo oscurata da certa sinistra, definendola “un crimine orrendo”, non ha tuttavia ritenuto di pubblicare post o tweet a sostegno dei carabinieri e dei poliziotti aggrediti durante le manifestazioni di ieri.

Giorgia Meloni (FdI) e Matteo Salvini (Lega) hanno invece prontamente condannato con fermezza sia l’odio contro i profughi italiani e le vittime delle foibe, sia la violenza contro le nostre Forze dell’ordine.

“Macerata, corteo anti-razzista, pro-immigrati e pacifista: diversi manifestanti cantano ‘ma che belle son le foibe da Trieste in giù’. Piacenza, picchiato selvaggiamente un carabiniere. Torino, corteo anti-fascista: sassi, bottiglie e bombe carta contro i poliziotti. Vergognatevi, vermi”.

“Abbiamo dato la nostra solidarietà – ha aggiunto Meloni – ai carabinieri e poliziotti aggrediti da quattro idioti. Nella mia Italia questi bastardi si fanno 10 anni di galera e i centri sociali li sgomberiamo tutti.

Lacrime di coccodrillo di Minniti: auspica pene esemplari per i tre nigeriani accusati dell’omicidio di Pamela, ma dovrebbe prima spiegare perché questi tre nigeriani erano in Italia come richiedenti asilo pur non avevano alcun diritto allo status di rifugiato.

Queste tre bestie non avrebbero dovuto essere in Italia. Di questo dovrebbe parlare il ministro dell’Interno”.