Oggi i carabinieri del Nucleo investigativo di Genova hanno riferito di avere arrestato un maresciallo dell’Arma, che è stato accusato di rivelazione e utilizzazione di atti coperti dal segreto d’ufficio e accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati in concorso, concussione, corruzione per atti contrari al dovere d’ufficio, falso ideologico in atto pubblico e calunnia, frode in processo penale e depistaggio.
Le indagini sul maresciallo di Cornigliano sono state coordinate dalla Procura di Genova.
Oltre al militare dell’Arma risultano coinvolti un avvocato e un operaio edile, che sono stati sottoposti a obbligo di dimora. A questi ultimi vengono contestati i reati di utilizzazione di atti coperti dal segreto d’ufficio ed accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati, corruzione e accesso abusivo a sistema informatico delle banche dati in concorso.
Le indagini si sono iniziate a seguito dei controlli che i carabinieri eseguono costantemente sui propri militari in relazione all’utilizzo delle banche dati.
Nel corso dell’attività è emerso che il maresciallo maggiore avrebbe effettuato accessi nella banca dati delle Forze di polizia controllando alcuni nominativi senza un apparente giustificato motivo.
È inoltre emerso che il maresciallo avrebbe interrogato la banca dati fornendo informazioni ad alcuni conoscenti tra cui un avvocato che, per trarne un indebito profitto patrimoniale, si sarebbe abitualmente posto quale istigatore delle condotte illecite del militare per acquisire notizie utili relative a pratiche legali relative principalmente a incidenti stradali.
Il sottufficiale dell’Arma avrebbe anche dato notizie di vario genere a un altro suo conoscente, operaio edile, ricevendo in cambio lavori di muratura a titolo gratuito nell’abitazione di una sua conoscente.
In un altro episodio il maresciallo avrebbe favorito un amico carrozziere nel recupero di una somma di denaro relativa ad un credito vantato nei confronti di un pensionato per alcune lavorazioni sull’auto di quest’ultimo.
Tale attività di intermediazione è quindi sfociata nel presunto reato di concussione poiché avrebbe indotto il pensionato adestinguere il debito prospettandogli una denuncia per “insolvenza fraudolenta” pur non ricorrendone i presupposti.
Al termine delle perquisizioni nei confronti degli indagati e delle altre persone coinvolte nell’indagine, il maresciallo è stato arrestato e trasferito in carcere.