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Coronavirus, Bassetti: moltiplicare i casi riportati per 4 o per 5, ma 97-98% guarisce

Prof. Matteo Bassetti, direttore clinica Malattie infettive S. Martino di Genova

“I contagi crescono e se continuano a crescere potranno mettere in seria crisi il nostro sistema sanitario”.

Lo ha comunicato stamane su fb il prof. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova.

“Come già detto – ha spiegato Bassetti – noi siamo in grado di affrontare e mitigare una onda lunga di nuovi casi, non una onda molto alta.

Molti hanno visto nel mio atteggiamento non catastrofista, la ragione per evitare di seguire le regole che abbiamo raccomandato e stressato dal primo giorno.

Il mio messaggio voleva e vuole essere rassicurante, ma non banalizzante. Chi lo ha interpretato diversamente, lo ha fatto solo per giustificare propri interessi e comportamenti.

La notizia positiva rimane quella che nel 97-98% dei casi da questa infezione si guarisce (vedremo i numeri di letalità alla fine).

È probabile che attualmente in Italia ci siano molti più casi di quelli riportati (almeno x 4 o x 5).

La letalità più bassa di altre infezioni è sicuramente un fatto positivo, ma occorre ora applicare fedelmente tutto ciò che viene raccomandato dalll’ISS, onde evitare che i contagi crescano ancora e possano mettere gli ospedali in ulteriore difficoltà.

Ovvero:
– evitare di uscire di casa e avere contatti con altre persone se si ha febbre e/o tosse
– evitare di andare al pronto soccorso se si hanno questi sintomi, salvo non vi sia indicazione ad andarci per condizioni gravi e/o consiglio del proprio medico
– evitare luoghi o situazioni affollate
– tenere a casa le persone anziane, specie se hanno altri problemi di salute
– lavarsi accuratamente le mani più volte al giorno
– disinfettare le varie superficie più volte al giorno compreso il cellulare
– rispettare le indicazioni del ministero e le altre regole del buon senso e della buona educazione civica.

Non è il tempo della polemica, dobbiamo essere tutti uniti. Solo così potremmo vincere.

Noi infettivologi, insieme ai colleghi del Pronto soccorso e della Rianimazione siamo in prima linea negli ospedali per curare al meglio tutti. Stiamo facendo il massimo ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti”.