“Il Pd genovese reputa ‘un attacco alle donne’ il manifesto apparso in questi giorni in corso Buenos Aires dei Pro Vita, già affisso e rimosso nelle scorse settimane anche nel Comune di Roma. Non capisco dove stia l’offesa nell’affiggere un manifesto che oltretutto non dichiara nulla di falso, preso atto dell’evidente messaggio di invito alla riflessione prima di compiere un gesto estremo come quello dell’aborto”.
Lo ha dichiarato oggi la presidente della Commissione Pari opportunità del Comune di Genova, Francesca Corso (Lega).
“Non reputo sbagliato – ha aggiunto Corso – che una madre in coscienza propria abbia la possibilità di scegliere e decidere cosa fare della propria vita e di quella del suo bambino, valutando quelle che sono le situazioni e condizioni al momento della gravidanza.
La Cgil si indigna, sostenendo che la dissuasione all’aborto debba divenire reato, citando la Francia come esempio.
Perché allora non citare l’Ungheria, nazione dove esiste una forte identità cristiana e nazionale che ha condotto a una legislazione in difesa della vita?
Quella di abortire è una decisione che una madre, per mille diversi motivi, ha la possibilità di prendere. Molto spesso sono fattori esterni che spingono le donne a compiere il gesto.
Per questo l’amministrazione dovrebbe intervenire su tutti i tipi di disagio, che siano essi di tipo sociale o economico, per dare a ogni donna la possibilità di diventare madre.
Il messaggio deve essere ben chiaro: interrompere una gravidanza, significa interrompere una vita. E questo, a mio avviso, non è mai qualcosa di trascurabile”.